INTERROTTO DAL GOVERNO BERLUSCONI IL TRAFFICO DI CARNE UMANA
Pubblicato il 12/05/09 alle 21:21:55 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Il nostro governo ha difeso per la prima volta i diritti e la sicurezza degli italiani Con il respingimento dei barconi di clandestini per la prima volta si fa qualcosa per porre fine al turpe traffico di carne umana. Giustamente il ministro Maroni ha parlato di giornata storica per l’Italia, «un risultato storico a cui abbiamo lavorato per un anno e nei prossimi giorni partirà anche il pattugliamento congiunto tra Italia e Libia». Quanto ai capricci ingiustificabili e avidi di Malta, Maroni dice sacrosantamente che «noi siamo andati più di seicento volte a recuperare migranti in acque maltesi. Ho deciso che da ora in avanti ciò che è compito nostro lo faremo e ciò che non è non lo faremo”.
Il nostro governo ha difeso per la prima volta i diritti e la sicurezza degli italiani. “A differenza di quanto è stato diffuso sui giornali, sono state le autorità libiche a chiedere d’intervenire e hanno offerto la loro collaborazione nel salvataggio dei migranti partiti dalle loro coste”, sottolinea Mantovano, intervistato dal giornale online L’Occidentale. Per Mantovano infatti, la domanda d’intervento della Libia “dimostra la buona volontà di Tripoli di rispettare l’accordo con l’Italia e, speriamo, di avviare una nuova fase di gestione dell’immigrazione clandestina”.
Chi ha criticato l’Italia di non aver rispettato i diritti umani, perché su quei barconi ci potevano essere persone che erano bisognose di protezione internazionale, Mantovano rassicura che nel porto di Tripoli ci sono esponenti delle organizzazioni umanitarie e di difesa dei rifugiati che garantiranno loro le assistenze necessarie, tra l’altro ha detto Mantovano, “L’Italia è il paese che, in proporzione alla media mondiale e all’Europa, ha più richieste d’asilo avanzate che vengono poi accolte. Non possiamo andare avanti così. Le critiche vanno bene, ma ci devono anche dare soluzioni alternative”.
Nel 2008 le domande presentate di asilo politico sono state 31 mila, l’8% hanno avuto il riconoscimento, a un altro 30 % è stata garantita la protezione umanitaria. E’ corretto accogliere tutti i clandestini - si chiede Mantovano - se una minima parte godono particolare diritti?
La decisione italiana di rispedire in Libia i clandestini è stata criticata dal Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) il tale Antonio Manuel de Oliveira Guterres, commissario che dirige il reparto ONU per i rifugiati, ex primo ministro portoghese, nonché ex presidente dell’internazionale socialista. Un politico che continua a far politica, collocato dove si trova per toglierlo da dove si trovava. Questi signori dell’ONU non fanno niente ma sanno sempre quello che dovrebbero fare gli altri. In pratica l’ONU in un sol colpo, riesce a schierarsi dalla parte dei mercanti d’esseri umani, - scrive Davide Giacalone su Libero - difendendone l’infame commercio, a favorire lo sfruttamento della miseria ed intromettersi nella politica di sicurezza di un Paese democratico, supponendo, assai a sproposito, di potere dare lezioni.
Per la prima volta dei barconi di disperati siano stati trattati come sempre si dovrebbe: intercettati in mare, soccorsi, aiutati e riportati esattamente da dove erano partiti, sulle coste libiche. Questo non perché noi italiani si sia contrari ad accogliere immigrati, ma perché, come ogni Paese civile del mondo, non crediamo che la cosa possa avvenire in modo illegale.
L’operazione del governo italiano insieme a quello libico è positiva, tra l’altro ha avuto grandi consensi da parte della maggioranza degli italiani perché facendo così si toglie spazio agli schiavisti, a quei criminali che ricattano dei disperati portandoli, come bestie, nel nostro Paese (quando non li gettano in mare), separandoli dalle loro famiglie, per poi utilizzarle come ostaggi: o ci dai i soldi che ci devi, e non c’importa se per procurarteli dovrai delinquere, oppure capiterà loro del male.
Se i barconi potessero essere fermati tutti, gli sconfitti non sarebbero quanti vogliono venire qui a lavorare ( i regolari), ma quelli che lucrano sulla clandestinità. In particolare le critiche al governo Berlusconi arrivano da Franceschini che paragona l’Italia all’Uzbekistan e che si stanno riproponendo le leggi razziali, frasi gravi per Renato Farina, che potrebbero alimentare un clima di guerra civile. La legge sulla sicurezza può essere criticata, ci sono discussioni anche all’interno del PdL.
La lotta contro l’immigrazione clandestina è delicatissima. Deve tenere insieme il bisogno di ordine e il rispetto delle persone. Chiunque esse siano. Il rispetto delle leggi dello Stato e dei nostri confini, insieme al valore dell’accoglienza. La politica è tenere insieme tutto questo, l’equilibrio è il rischio di chi governa. “Controllare l’immigrazione significa impedire un’esplosione sociale. La sinistra più sensata e raziocinante lo ammette. In Europa i socialdemocratici e i laburisti quando hanno la responsabilità di questi flussi non hanno la mano leggera. Anzi, spesso e volentieri, come accade in Spagna, per impedire l’ingresso nelle enclave di Ceuta e Melilla, l’ordine impartito alla polizia e prontamente eseguito è di sparare; addirittura il mitico eroe di sinistra Zapatero ha dato disposizioni alla polizia nazionale di Madrid, fornendo quote prestabilite di arresti selettivi da effettuare settimanalmente in ogni distretto a carico di immigrati irregolari con il loro successivo rimpatrio collettivo”. (Renato Farina, Leggi razziali? Perfino Zapatero sconfessa Franceschini, 8.5.09 Il Sussidiario).
Lo stesso Piero Fassino intervista da Radionews 24 non si è per niente scandalizzato della decisione del governo italiano. Il respingimento degli immigrati senza permesso «non è un’idea improvvisa, non nasce oggi. È un’azione di contrasto e di dissuasione dei clandestini che è prevista in tutti i documenti dell’Unione europea. E l’Italia l’ha applicata anche» ai tempi dei governi di centrosinistra.
Fassino conosce bene la materia, perché era sottosegretario agli Esteri, proprio con la delega all’immigrazione e, più in particolare, ai rapporti con gli Stati dai quali vengono le barche dei trafficanti di uomini. Quindi sa che i respingimenti fanno parte degli accordi internazionali, delle regole europee e ammette tranquillamente che il governo Prodi ne ha disposti molti. «Io ricordo che quando eravamo al governo facemmo dei respingimenti, soprattutto di terra. Era il tempo che arrivavano ondate di clandestini dall’Est e noi rafforzammo tutti i meccanismi di presidio, sostanzialmente non facendo entrare. Gli immigrati.