Pubblicato il 20/10/09 alle 02:21:23 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Una nuova legge sulla cittadinanza, il diritto di voto amministrativo agli immigrati, la possibilità di insegnare la religione islamica a scuola Sono le strade da percorrere per una politica di integrazione emerse dalla due giorni di 'Dialoghi asolani', il convegno organizzato per il secondo anno consecutivo dalle fondazioni Fare Futuro di Gianfranco Fini e Italianieuropei di Massimo D'Alema.
Tre proposte su cui i due si trovano sostanzialmente d'accordo, confermando quello "spirito di Asolo" che già lo scorso anno portò all'idea - poi diventata realtà - di una commissione bicamerale sui decreti attuativi del federalismo fiscale. Questa volta il tema - 'Le nuove politiche per l'immigrazione. Sfide e opportunità' - è più spinoso e in un solo giorno ha già suscitato una pioggia di critiche. Tuttavia sia il presidente della Camera che l'ex ministro degli Esteri invitano destra e sinistra a "un disarmo bilaterale delle opposte paure e speranze", a "una rivoluzione di buonsenso" perché la questione va affrontata subito in quanto "il fenomeno dell'immigrazione è strutturale, non finirà domani o dopodomani".
La prima prova del rinnovato "spirito di Asolo" sarà proprio la legge sulla cittadinanza attesa per il mese di novembre in Aula alla Camera. Fini riconosce che approvare quella bipartisan proposta da Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (Pdl), dalla Lega criticamente definita "cittadinanza facile" è complicato e per questo rilancia una "proposta minima" che può essere condivisa: concedere la cittadinanza ai bambini nati in Italia o portati qui da piccoli al termine di un ciclo di studi, quindi al compimento del decimo-undicesimo anno di età.
Nulla quaestio per D'Alema che tuttavia vorrebbe una legge più 'generosa': "Chi nasce in Italia è italiano". Punto. E ironizza sulla proposta - contenuta in gran parte dei testi all'esame della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio - del superamento di test di lingua italiana come condizione per l'acquisizione della cittadinanza: "Se li facessimo anche dove lavoriamo noi esami così severi sulla conoscenza della lingua...". Il presidente della Fondazione Italianieuropei si dice convinto che il vero modello italiano per l'integrazione è l'integrazione politica: cioè concedere agli immigrati il diritto di voto alle amministrative. "L'integrazione politica - spiega D'Alema - può essere la via italiana all'integrazione. Basta guardare il modo in cui l'Italia ha governato il processo di immigrazione interna dal Sud al Nord che non è stato meno drammatico. Ai migranti che venivano dal Sud avevano al Nord il diritto di voto per il consiglio comunale".
Fini, manco a dirlo, è d'accordo. Ricorda che lui lo propose cinque anni or sono e "per questo fui crocifisso" ma "non ho cambiato idea". Quindi la proposta, la più contestata lontano dalla cittadina del trevigiano, di prevedere la possibilità di insegnamento della religione islamica nelle scuole ai bambini musulmani. L'idea del viceministro Adolfo Urso viene sottoscritta sia da Fini che da D'Alema ed entrambi non perdono occasione per replicare alle reazioni negative, della Lega in primis. "Non ci trovo nulla di scandaloso, si tratta di elementare buonsenso. Chiudere gli occhi e dire no a questa proposta significa essere miopi", dice il presidente della Camera.
E l'esponente del Pd sfodera tutto il suo sarcasmo per fargli eco definendo certe reazioni "imbarazzanti per il carattere primitivo". Fini non nasconde che le sue idee sono lontane anni luce da quelle della Lega: "Nemmeno la diplomazia di un ex ministro degli esteri come me potrebbe riuscire a farmi dire che le posizioni di Fare Futuro coincidono con quelle del Carroccio", scherza. Tuttavia, auspica "un disarmo bilaterale": "Una certa sinistra abbandoni la sua visione utopica che la porta a dire che una società multietnica è anche multiculturale; la destra non sottolinei soltanto l'aspetto connesso alla sicurezza, alla tutela dell'identità nazionale. Faccia un salto qualitativo".
D'Alema la chiama "una rivoluzione del buonsenso" riconoscendo ciò che "la visione irenica di certa sinistra non vuole ammettere, cioè che c'è un limite alla multiculturalità e sta nell'imporre il rispetto delle leggi del nostro paese". Insomma la eco della prova di forza che Silvio Berlusconi intende fare riformando Costituzione e giustizia non sembra arrivare al teatro Duse dove D'Alema ricorda che "i politici che hanno scritto le pagine più grandi della storia non gridavano" e Fini rinnova l'appello ad estendere lo spirito di Asolo "anche oltre questa giornata magari portando a una rapida discussione e approvazione del federalismo istituzionale, cioè del Senato delle Regioni che è l'anello indispensabile per far funzionare il federalismo fiscale" perchè "fare riforme solo con una parte è legittimo ma non sempre è politicamente preveggente".
FINI E D'ALEMA: PAPPA E CICCIA | 1 commento | Registrati
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Madrasse all'italiana?
Scritto il 20/10/09 alle 21:24:43 GMT pubblicato da Riccardo
Questi 2 hanno perso la testa (e riempito il portafoglio). Ai fini dell'integrazione sarebbe più produttivo far frequentare i cittadini islamici corsi in cui viene illustrato il ruolo che la religione cattolica ha avuto della costruzione della nostra società.