TURCHIA, DEMOLIZIONE DI Mor Gabriel, il monastero cristiano
Pubblicato il 27/10/09 alle 18:22:50 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Mor Gabriel, ultimo baluardo della libertà in Turchia. Un tribunale potrebbe deciderne la demolizione se venissero accolte le richieste dei capi religiosi musulmani del posto Midyat, 24 ott. (Ign) – In Turchia la libertà religiosa ha un simbolo. Un simbolo dove si parla ancora l’aramaico, la lingua di Gesù. E’ il monastero di Mor Gabriel, il più antico convento cristiano di rito siro-ortodosso al mondo, edificio nel sud est del Paese che rischia di essere demolito se un tribunale accoglierà le richieste dei proprietari terrieri e dei capi musulmani della zona. Richieste considerate però assurde dai media locali e dalla comunità internazionale perché basate su falsità storiche. Secondo i religiosi, sul terreno dove sorge il monastero era in realtà presente, in passato, una moschea. E che i tre monaci e le suore che vivono nel convento si sono appropriati dell’area indebitamente. Una ricostruzione che si scontra con la storia, perché Mor Gabriel è stato fondato nel 397 dopo Cristo dai monaci Samuel e Simon. Ovvero 170 anni prima della nascita del profeta Maometto. Quindi, impossibile che una moschea sorgesse in quel posto. C’è anche una questione meno importante: i pastori lamentano che il terreno sottratto è buono per far pascolare il bestiame.
La questione è ben più seria. Secondo i media locali, i religiosi musulmani hanno inscenato questa disputa per fermare le presunte attività di proselitismo dei monaci cristiani. Un’attività, quella di conversione, che in Turchia è vietata dalla legge anche se la Costituzione del Paese difende la libertà di culto. Ma nel caso dei siro-ortodossi non c’è il riconoscimento legale della minoranza, e di fatto viene considerata alla stregua una setta. La disputa ha preso il via a gennaio, in seguito alla denuncia dei religiosi musulmani giunta durante l’estate. Da quel momento, i tre monaci, le quattordici suore e gli studenti di aramaico che vivono all’interno del monastero di Mor Gabriel non hanno avuto più coraggio di lasciare l’edificio, perché minacciati dagli abitanti dei villaggi vicini. Non sono riusciti nemmeno a recarsi in tribunale per partecipare alle udienze.
La questione è uscita dal territorio turco, raggiungendo numerosi Paesi dell’Europa. Sempre a gennaio, pochi giorni dopo l’accettazione della causa da parte del tribunale, a Berlino migliaia di persone hanno manifestato contro l’azione giuridica. Inoltre, il primo segretario dell’ambasciata svedese ad Ankara si sta interessando al caso, verificando eventuali violazioni dei diritti della proprietà delle minoranze religiose, fatto che metterebbe in difficoltà la Turchia e il suo ingresso nella Comunità europea.