Bettino Craxi prima vittima della magistratura deviata
Pubblicato il 04/01/10 alle 20:11:46 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Per Stefania Craxi "la storia di Craxi si ripete con Berlusconi" Roma 3 gennaio 2010 - Il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, ha commentato con Lucia Annunziata alcuni passi di una lunga intervista inedita a suo padre, realizzata nel 1997. Per Stefania Craxi "la storia di Craxi si ripete con Berlusconi".
"Gli italiani allora non credettero a Craxi ma a Berlusconi, oggi, credono": si è chiusa con questa risposta di Stefania Craxi, la figlia del leader socialista morto ad Hammamet il 19 gennaio 2000, l'intervista di Lucia Annunziata nel programma "In mezzora", incalzata dalla ostinazione della giornalista verso Berlusconi che più volte ha cercato di portarla in fallo. Il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi ha commentato in studio alcuni passi di una lunga intervista inedita a suo padre, realizzata nel 1997. Stefania Craxi ha ribadito, nel fondo, la tesi del "teorema politico" per spiegare i processi cui era stato sottoposto suo padre. Ricordando a Lucia Anunziata che incalzava sulle condanne e sulla scelta di Bettino Craxi di non farsi processare che "La condanna inflitta dalla IV sezione della Corte d'Appello di Milano per la vicenda Enimont è stata impugnata davanti alla Corte di Strasburgo che ha condannato il processo. Sono due le vittorie ottenute dalla famiglia Craxi che ha portato avanti i ricorsi iniziati dal padre alla corte di Strasburgo che riconosce infatti la violazione dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che sancisce il diritto al rispetto della vita privata e dell'articolo 6 sul giusto processo, in quanto durante i processi a carico di Craxi, i suoi legali non avevano potuto interrogare in aula tutti i testimoni.
Questo - ha aggiunto Stefania Craxi - nessuno lo ha mai letto sui giornali". Per Stefania Craxi "la storia di Craxi si ripete con Berlusconi. Mi sa dire - ha aggiunto rivolta a Lucia Annunziata - come mai 918 giudici del nostro Paese si sono occupati di Berlusconi?" Domanda alla quale la giornalista ha risposto affermando che essendo ricco e famoso è ovvio un simile accanimento, quasi un dovere della magistratura dunque per un'Annunziata che grondava rabbia e ferocia soprattutto sulle posizioni che Craxi e Berlusconi hanno condiviso sui comunisti.
L'Annunziata non demorde e continua a cercare di portare il discorso su Berlusconi e su come i socialisti, secondo la giornalista, ne abbiano preso le distanze; Stefania Craxi riporta l'attenzione su come lo scontro tra politica e magistratura non se lo sono inventati nè Craxi nè Berlusconi. E nessuno si è mai chiesto perché dal 1994 la stragrande maggioranza degli elettori socialisti vota per Berlusconi? Ci sono quattro importanti ministri socialisti in questo governo: Tremonti, Sacconi, Brunetta e Frattini". "Mio padre era un garibaldino, non poteva accettare di farsi umiliare", ha infine aggiunto Stefania Craxi riferendosi alle condanne della magistratura.
L'intervista inedita di Bettino Craxi porta in luce come tutta la vicenda mani pulite abbia prodotto innumerevoli eccessi e deviazioni da parte della magistratura nel corso di tutto il periodo di Tangentopoli, evidenti anomalie che anche la corte di Strasburgo ha rilevato, anomalie che continuano anche oggi. Bettino ricorda come i magistrati una volta raggiunta la fama abbiano di fatto effettuato il salto nella politica e di come la giustizia sia divenuta mezzo per fini personali e non solo politici.
Non si può negare che oltre a Di Pietro anche il nuovo acquisto della politica italiana, Luigi De Magistris, sia entrato in politica grazie soprattutto alla notorietà acquisita indagando potenti politici italiani. Nell'inchiesta Poseidon a lui sottratta dal procuratore Mariano Lombardi per irregolarità procedurali, De Magistris portava sotto inchiesta (subito con abbondante interesse mediatico) Franco Frattini con lui, il generale della guardia di finaza Walter Cretella-Lombardo e Piero Fassino oltre a molti altri famosi indagati. La vera notorietà arriverà comunque con l'inchiesta Why Not, anche in questo caso per presunta irregolarità la procura di Catanzaro aveva sottratto la sentenza al ex magistrato, la sua carriera mediatica continua con l'inchiesta sulle Toghe lucane che subito finisce nella bufera. De Magistris per quanto sia stato assolto dai “rapporti disinvolti” con la stampa e non ritenuto responsabile per le fughe di notizie, deve la sua notorietà e il suo ingresso in politica ai riflettori che su di lui si sono accesi grazie alle notizie che cadevano casualmente in mano alla stampa. Romano Prodi è stato indagato per abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta "Why not" portata avanti dal procuratore (allora in carica) della Repubblica di Catanzaro Luigi De Magistris. Pare che dalle intercettazioni telefoniche risulti solo un "rapporto di amicizia" tra l'imprenditore calabrese Saladino ed il Presidente del Consiglio e quindi non risulterebbe essere implicato nel "comitato d'affari" che gestiva illegalmente i fondi europei. A fronte di ciò la procura di Roma, dopo aver avocato l'indagine a De Magistris, ha ritenuto opportuno fare istanza di archiviazione per l'ex Presidente del Consiglio. L'archiviazione è stata ottenuta nel novembre 2009. Proprio la vicenda Why not che colpiva il governo allora in carica e l'allora presidente del consiglio, sfociato non solo in ennesimo scontro tra politica e magistratura, ma addirittura in uno scontro tra procure, dovrebbe portare alla luce come la nostra giustizia oggi sia malata di protagonismo mediatico e come serva per arrivare comodamente a sedere in parlamento e come sia asservita alla lotta politica.
Nonostante De Magistris ha dichiarato che una volta eletto avrebbe abbandonato l'attività di magistrato per dedicarsi completamente alla politica, ha chiesto ed ottenuto d'essere messo in aspettativa dal Consiglio Superiore della Magistratura, che gli ha concesso questo provvedimento in data 29 luglio 2009.
Da Tangentopoli in poi è diventata consuetudine di certa magistratura portate sotto indagine il potente di turno e quindi ricevetene in cambio notorietà, soprattutto in vista d'importanti appuntamenti elettorali. Per buona pace dell'Annunziata anche se De Magistris in occasione dell'anniversario della scomparsa di Enrico Berlinguer ha mostrato apprezzamenti verso lo stesso, riconoscendosi nei valori e negli ideali portati avanti dall'allora esponente del Partito Comunista Italiano e che ha dichiarato d'essere stato un elettore del PCI. Tolto di mezzo Berlusconi come la giornalista desidera, chi lo sostituirà sarà soggetto allo stesso accanimento, come appunto dovette subire Bettino Craxi. Se non si ritrova l'equilibrio tra i poteri e non si interviene per limitare che ogni processo diventi mediatico e si svolga quindi fuori dai tribunali diventando arma politica la situazione è destinata solo a peggiorare negli anni futuri.