Pubblicato il 28/02/10 alle 14:18:24 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Mario Draghi, Governatore della Banca d'Italia, in pole position per assumere il ruolo di presidente del Consiglio Uno scenario clamoroso circola nel Palazzo. Uno scenario che se si verificasse sarebbe destinato a sconvolgere gli equilibri politici dei prossimi decenni. Nulla sarebbe più come oggi. L'Italia è attraversata da continui scandali, ormai quasi uno ogni giorno, e c'è chi ipotizza che dopo le Regionali ci sarà l'esigenza di un governo di unità nazionale. Silvio Berlusconi ha detto chiaramente ai suoi più stretti collaboratori che non è affatto contento dei contrasti interni al Popolo della Libertà. E se le elezioni del 28-29 marzo non dovessero andare benissimo, come invece sembrava soltanto fino a qualche mese fa, il premier potrebbe tentare l'affondo. Ovvero rivoluzionare il Pdl e promuovere il ministro Claudio Scajola, fedelissimo proprio del Cavaliere, al ruolo di segretario unico. Una mossa che comporterebbe la modifica dello statuto e l'azzeramento dei tre coordinatori nazionali (Sandro Bondi, Denis Verdini e Ignazio La Russa).
Ma questo, unito al probabile successo della Lega Nord con tanto di sorpasso sul Pdl in Veneto, scatenerebbe l'ira di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera - basta vedere l'ultimo scontro sull'immigrazione - non rinuncia mai a sottolineare le differenze con il presidente del Consiglio. Tanto che - raccontano i maligni - si potrebbe rompere il patto tra il Cavaliere e l'ex leader di Alleanza Nazionale. Un rompete le righe devastante, ma che Fini sarebbe "costretto" a fare per non consegnare l'Italia nelle mani del Carroccio (questa almeno potrebbe essere la motivazione ufficiale). Da qui la nascita di una sorta di Grande Coalizione per uscire definitivamente dalla crisi economica e affrontare insieme l'empasse. Un periodo di decantazione, insomma.
Mario Draghi, Governatore della Banca d'Italia, in pole position per assumere il ruolo di presidente del Consiglio. Maggioranza ampia: una fetta del Popolo della Libertà (i circa 50 finiani ma anche gli ex Democristiani come Giuseppe Pisanu, anti-leghisti fino al midollo), tutto il Partito Democratico e l'Udc. Fuori ovviamente la Lega e astensione dell'Italia dei Valori. Dentro l'esecutivo tutti i big. Pierferdinando Casini ministro dell'Interno. Lo stesso Pisanu alla Giustizia. Francesco Rutelli alla Difesa, Massimo D'Alema agli Esteri e Mario Baldassarri (presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama, vicinissimo al presidente della Camera) all'Economia. Più un buon numero di tecnici negli altri dicasteri. Obiettivo fino al termine della legislatura sarebbe anche la modifica della legge elettorale.
Il numero uno di Montecitorio ha già detto più volte di essere favorevole al ritorno ai collegi uninominali. Un'ipotesi che troverebbe il consenso anche del Pd, in quanto il maggioritario ben si sposa con le primarie e la volontà di legarsi al territorio. Ma, colpo di scena, il Mattarellum non sarebbe poi così osteggiato nemmeno dall'Udc. Infatti nel 2013, al termine del governissimo, di fatto resterebbero tre poli: Democratici - Italia dei Valori, Fini - Pisanu - Casini - Rutelli, e i fedelissimi di Berlusconi (guidati da Giulio Tremonti) alleati alla Lega. In questo modo, anche con i collegi uninominali, il terzo polo centrista potrebbe risultare determinante dopo il voto per trovare una maggioranza in Parlamento. Fin qui i boatos e i rumors. Nessuna dichiarazione ufficiale, ovviamente, ma le voci alla Bouvette e nei corridoi della Camera e del Senato disegnano uno scenario davvero clamoroso...