Integrare una minoranza è dovere... integrare una maggioranza è un suicidio
Pubblicato il 27/05/10 alle 03:08:40 GMT pubblicato da Armando_Manocchia
La questione demografica, è una questione decisiva per il futuro della nostra società, della nostra cultura e dell’economia italiana Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate ha dato il rilievo che merita a questo tema, ricordando tra l’altro, che nessuno sviluppo economico solido e durevole è possibile in una società senza un generale investimento nella vita umana. Ieri il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha ricordato che l’Italia si avvia, nell’indifferenza generale, verso un “lento suicidio demografico”.
In realtà, il nostro Paese non ha la percezione autentica dei suoi problemi e delle sue priorità politiche e la situazione italiana in materia non è abbastanza chiara a tutti, anche perché il principale argomento di dibattito politico e di approfondimento sui media dovrebbe dare il proprio contributo per evitare questa catastrofe sociale annunciata. Cercheremo, nel nostro piccolo, di farlo noi cercando di stimolare quelle riflessioni che possano dare la consapevolezza necessaria alla gente di buona volontà. E per attualizzare, per rendere chiara e oggettiva la situazione attuale, analizzeremo una realtà molto vicina a noi, prendendo Bologna come esempio per tante altre città italiane, traendo lo spunto da un recente Convegno organizzato in città da Bologna Capitale.
Alla fine dell’anno appena trascorso, gli stranieri residenti nel nostro Paese rappresentava il 7,1%, in Emilia Romagna il 10,7%, mentre a Bologna l’11,6% relegava la città al 6° posto per numero di residenti stranieri ed al 5° in termini di percentuale. Mentre, l’effetto attrattivo della nostra provincia si attesta al 7% .
Il tasso d’incremento degli stranieri nella Capitale della Cultura, è fra i più alti d’Italia. Negli ultimi 15 mesi ha registrato un incremento pari al 15%, passando dal 10,5% di fine 2008 al il 12% del 31 marzo scorso, con l’aumento dell’1% di stranieri naturalizzati.
L’aspetto preoccupante, è che un terzo, degli appartenenti alle 151 nazionalità che risiedono oggi a Bologna, provengono da paesi islamici. ed hanno un’età media di 32,6 anni, rispetto alla nostra media di 47,4 anni. Il 12,7% è di seconda generazione e solo l’8% ha richiesto e ottenuto la cittadinanza italiana, richiesta molto scarsa rispetto a chi ne avrebbe legalmente diritto ch dovrebbe far riflettere il nostro presidente della Camera, un dato non equivocabile che lascia intendere che la tendenza (fortunatamente) non sia quella di rimpiazzare la popolazione autoctona. Bologna, da anni produce delle politiche che allontana i suoi cittadini e attrae l’immigrazione straniera.. Il saldo migratorio dal 2002 al 2009 è di -10.824 unità. Da un lato si riducono, in quanto il saldo naturale (tra nati e morti) è di -28.423 e dall’altro “rimpiazza”, insediando nuovi residenti stranieri, portando il saldo migratorio straniero a +29.041. In otto anni la natalità straniera è aumentata del 227%. e aumenta costantemente fino a raggiungere un saldo naturale di un +3629. Nel 2002 l’incidenza della natalità, nati da entrambi i genitori stranieri, sui nati di Bologna era del 10,9%, mentre nel 2009 l’incidenza è arrivata del 22,9%. Come si vede, questi dati vanno presi sul serio. A Bologna quindi, la popolazione di cittadinanza straniera sostituisce quella di cittadinanza italiana? . Negli otto anni presi in esame (dal 2002 al 2009), il saldo naturale e migratorio bolognese è stato di -29.247 unità, mentre quello straniero è stato di +32.670, con un trend di crescita nel primo trimestre che ha raggiunto il 12% sulla popolazione, dato percentuale d’incremento previsto anche per il 2010. Aspetto, da attribuire anche alla fecondità, perché a Bologna il 18,8% delle donne in età feconda è straniera.. Il quoziente di fecondità (esprime i nati ogni 1000 donne residenti in età feconda (15-49 anni) delle donne italiane è del 33,59% mentre quello straniero è del 62,40%. Il tasso di fertilità delle donne italiane invece, è andato letteralmente a picco, fino ad attestarsi oggi sull’ 1,4 per ogni donna; mentre gli aborti rappresentano circa un quinto dei bambini nati ogni anno. In parole povere, di questo passo nel giro di un paio generazioni, forse meno, la popolazione italiana, cioè la società italiana, la cultura italiana e persino la lingua italiana, si saranno praticamente dimezzati, con la prospettiva di un circolo vizioso ulteriormente negativo nelle successive.
Il fenomeno straniero nelle classi giovanili. preso in esame solo negli ultimi 5 anni, comporta un gap negativo fra i bolognesi nella fascia d’età dai 20 ai 34 anni con un saldo negativo di -17,4%, mentre per gli stranieri il saldo positivo è di +55,1%, così la percentuale di stranieri sulla popolazione bolognese, passa dal 14,6% del 2004 al 24,3% del 2009. Negli ultimi 5 anni, l’insediamento degli stranieri in città tende ad addensarsi dove la presenza è maggiore. Si concentrano in quartieri e si a creano città nella Città.
Abbiamo provato a “visualizzare” lo scenario fra cinque anni: La popolazione Italiana di Bologna si ridurrà fino a circa 315.000 unità. I residenti Stranieri raggiungeranno i 79.000. L’incidenza della popolazione straniera su quella bolognese sarà del 20%. Il 47% dei nuovi nati sarà straniero, come anche il 40% dei giovani dai 20 ai 34 anni. Nei quartieri San Donato e Navile e bolognina gli stranieri saranno 1 su 3 e fra i giovani (20-34 anni) la maggioranza.
Quali possibili effetti ricadranno sul sociale? . Ci sarà uno squilibrio etnico-generazionale, tra giovani stranieri e anziani italiani, che in quartieri di etnie diverse, con una urbanistica elle enclavi, vere e proprie città nella città. Si riscontreranno grandissime problematiche di linguaggio e di comunicazione, che non produrranno altro che fenomeni di isolamento e di autonomia culturale, difficilmente armonizzabili in una cultura cittadina, con il risultato della perdita dell’identità e della coesione sociale. Si registrerà un forte aumento delle problematiche di sicurezza e ci saranno non pochi problemi di rappresentanza politica.
Si profila perciò, una società sempre più gravata di costi di assistenza e previdenza insostenibili. Un società stanca, impaurita e sfiduciata, composta di persone sempre più anziane, con sempre meno idee, voglia di inventare, coraggio, capacità di sacrificio e volontà di investire energie in grandi progetti di vita. I figli degli italiani, cresciuti perlopiù in famiglie sfasciate e lacerate, circondati dai sensi di colpa, dalle paure e dalle cure asfissianti dei genitori, sono destinati da adulti a divenire persone sempre più fragili, meno confidenti nelle proprie capacità, meno disponibili a rendersi autonomi e a rischiare in proprio, più portati a dilapidare le loro risorse in gratificazioni momentanee, anziché a tirare la cinghia per portare avanti una famiglia e tramandare una fiducia nel futuro che non hanno più.
Gli effetti economici., si riscontreranno sulla riduzione del reddito procapite e sulla composizione sociale, oltre ad un eccesso di patrimonio immobiliare e crisi edilizia (con un maggiore indice di occupazione case per residenti stranieri). Si registreranno anche delle sostanziali riduzioni dei valori immobiliari nei quartieri ad alta densità di stranieri. Comporteranno seri rischi di economia etnica con un aumento della domanda di servizi sociali sperequata rispetto alle entrate comunali. Una riduzione della domanda di beni e servizi per aumento delle fasce sociali medio-basse e grosse difficoltà per le imprese nell’impiego qualificato, con l’aumento della delocalizzazione.
Dal punto di vista culturale., non potrà avere la sua “revance”, in quanto il livello di istruzione verrà uniformato al ribasso per l’integrazione linguistica/culturale. Insomma un minore domanda di “cultura” produrrà il conseguente calo dell’offerta culturale. Come abbiamo visto, su un tema così importante per noi, ma più in particolare, per le generazioni future, le attenzioni sono purtroppo molto scarse e per lo più si limitano ad affrontare l'immigrazione da un lato soltanto sotto il profilo della solidarietà e dall’altra da quello della sicurezza. Troppe persone dimenticano purtroppo che la migrazione come l'immigrazione pongono innanzitutto problematiche culturali, e soprattutto, nessuno le analizza in chiave demografica come strumento di conquista da parte degli invasori islamici..... “Le civiltà non muoiono per omicidio, ma per suicidio” Arnold Toynbee
Tratto dal Convegno “Immigrazione e saturazione” di Bologna Capitale. Fonte dati: Istat e Comune di Bologna
Armando Manocchia Associazione “Una Via per Oriana Fallaci”