Maroni: Minacce di Gheddafi sono serie, Aumentati controlli in Italia
Pubblicato il 01/05/11 alle 15:27:54 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Da quando è scoppiata la crisi libica comunque "noi abbiamo intensificato le attività di controllo" ha concluso Maroni Le minacce del colonnello libico di "portare la guerra in Italia" non vanno trascurate secondo il ministro dell'Interno. Roberto Maroni. "Le parole di Gheddafi confermano che la situazione è da tenere sotto controllo, lo stiamo facendo e abbiamo intensificato azioni di verifica sul territorio nazionale" ha dichiarato il titolare del Viminale a margine dell'inaugurazione di una sede della Lega Nord. Commentando la minaccia del colonnello Gheddafi di portare la guerra in Italia, dopo che il nostro Paese ha accettato di partecipare ai raid, Maroni ha detto: "Ovviamente questa minaccia non va sottovalutata, anche i servizi segreti non la stanno sottovalutando. Non mi sento di dire che la sua è una battuta propagandistica". In più, l'uccisione la notte scorsa di uno dei figli del rais è probabile, ha aggiunto il ministro, "farà arrabbiare Gheddafi ancora di più". Da quando è scoppiata la crisi libica comunque "noi abbiamo intensificato le attività di controllo" ha concluso Maroni.
Realistica previsione 50mila profughi Per il responsabile del ministero degli Interni, poi, visto che "in un giorno sono arrivati 3 mila profughi dalla Libia, se continua così la mia previsione di 50 mila arrivi purtroppo si realizzerà". Poi, essendo rifugiati in fuga da una guerra "non possono essere rimandati indietro finché c'è la guerra in Libia e la regola europea è che se i rifugiati arrivano in un Paese devono rimanere lì".
Immigrazione, "Aspetto ancora risposta da Ue" "Ho fatto l'accordo con la Tunisia, che sta funzionando, ma sto ancora aspettando che l'Europa mi dia una risposta se vuole collaborare: Se non ci muovevamo noi eravamo ancora all'inizio" ha sottolineato il ministro aggiungendo che "l'Europa non reagisce, non dà risposte, pone solo limiti". "Non ci lamentiamo - conclude - ma chiediamo all'Unione Europea, a cui diamo 14 miliardi di euro all'anno, di darci una mano quando ci sono problemi gravi".