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GENTE DI CARATTERE: DICI FALLACI E SI SPACCA IL MONDO

 

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GENTE DI CARATTERE: DICI FALLACI E SI SPACCA IL MONDO

Nuvole. Su una di esse è seduta Oriana Fallaci mentre ride ironicamente a chi gli voleva tappar la bocca, ai direttori dei giornali che, coi suoi scritti sull’Islam, la tenevano a bada per paura di non vendere abbastanza copie. Sull’avanzata islamica già lei si esprimeva con gran fervore sin dal 2001 e, oggi, proprio ‘grazie’ ai fatti odierni – L’ ISIS con te teste ciondolanti, la satira francese presa di mira a suon di pallottole – non avrebbe proprio smesso! Al convegno ‘Memorial Oriana Fallaci – Premio Oriana Fallaci – organizzato dall’Associazione “Una via per Oriana” www.thankyouoriana.it – presentato a Palazzo Panciatichi in Via Cavour a Firenze, sono vari i relatori che presenziano all’incontro:tra loro la bellissima attrice Maria Rosaria Omaggio che al cinema ha interpretato la Fallaci.

Nel buon parterre di relatori incisive le parole d’una persona che…
”No signori miei, non era una pazza visionaria. Magdi Allam la sgridò ( più tardi egli si convertì …) osservando che c’è pure un Islam moderato e, guarda caso, i fatti sono noti anche per il signor Allam che ha preso visione del mondo odierno in quanto avanza il prevaricare sulla cultura cristiana. Ecco perchè la signora Fallaci avrebbe tirato le somme. I suoi articoli travolgevano sino ad esserne parte, si batteva contro l’Islam, contro il cancro! Dopo l’uscita de: “La rabbia e l’orgoglio” molti amici scapparono ed io vorrei proprio vederli oggi!

Una pausa e..”Oriana riusciva a scandagliare l’animo islamico; nelle sue agende trovavi di tutto: il pezzo, la poesia, la tintoria, la mamma…! Al tempo del fidanzamento con un francese scrisse: “sai Francoise, gli uomini sono angeli e bestie, l’insegnamento di Cristo non è servito a niente: Niente e così sia!”

Una parente della grande-giornalista-scrittrice la signora Tosca, timida, bella nella sua semplicità e modestia, racconta…: “le volevamo un gran bene, noi non siamo niente, però di lei siamo tutti orgogliosi. Quando abitavamo in Via Senese a Porta Romana, noi la chiamavamo a giocare ma lei…no, no, e ho da studiare! Un giorno nostra zia faceva il pane col tagliere, ma, siccome ci fu chi tentò d’importunare la piccola Orianina, lei glielo tirò addosso e…zia Nina il pane ‘e un lo fece’ però tutti a dire: ‘guarda questa, questa sì che è una donna di fegato!‘ “

Un giornalista dell’Ansa riporta a galla la volontà della Fallaci di voler morire vedendo la Cupola del Brunelleschi nonché quel suo definirsi ‘scrittore’ come del resto è inciso sulla lapide. “Mi squadrava con quegli occhi tutto fuoco lamentandosi della mancanza di professionalità di coloro che si definivano giornalisti senza averne i requisiti. Boccia, boccia, lo senti anche te che non c’è cultura! Ed io.. se la contraddicevo!!! Da qui la mia insistenza mai fermata d’invogliare i ragazzi, e non solo loro, a leggere di sana pianta dei buoni libri.

Significative le frasi…”noi siamo fatti della stessa sostanza del tempo” ed ancora: “lascio ai miei scritti brandelli d’anima…” eppure la grande Oriana sapeva anche essere umile, inadeguata per chi scrive sulla carta stampata. Di Firenze osservava che non era più Firenze e, guarda caso, anche Tiziano Terzani non si riconosceva più nella città dantesca”.

Riccardo Nencini è assessore al Bilancio e rapporti istituzionali della Toscana. Prende il microfono con quel suo fare asciutto e deciso citando in maniera ironica – per chi ci crede orgogliosamente ed è convinto delle proprie radici – quei pochi lembi di terra che separano da “l’essere fiorentino o lucchese’. Poiché chi nasce “ in Buca” sta da una parte, nel fucecchiese, e chi invece vede la luce nell’altra sponda, quella de “Le Vedute”, provincia di Lucca, può prendersi pure di ‘bischero’! da un ‘campanilista ‘ convinto. Insomma, l’essere ‘toscanacci’ è fonte d’orgoglio e chi meglio di Oriana lo era? Prosegue Nencini dicendo che “la ‘signora’ inizialmente voleva proprio essere chiamata signora, per poi passare a ‘Riccardo’ ed ‘Oriana’.

Quando andai a trovarla in America in un periodo in cui avevo la scorta mi disse: “ Oh Riccardo, porta su anche la tua gente, la polizia no, ma i carabinieri son gente seria! Falli accomodare che preparo caffè e castagnaccio anche se siamo oltreoceano! E parlavamo, quanto parlavamo…la ricordo incalzante: “ far cronologia è da sciocchi, tutto meno che giornalismo!” Un sorso d’acqua e l’onorevole riprende: “Non giudichiamo la Fallaci degli ultimi tempi! Le sue erano battaglie laiche perciò è giusto inquadrare ciò che scriveva in quel periodo. Oriana era una narratrice, viveva le cose direttamente, sul campo, e amo ricordare quella frase in cui ella simpaticamente… ‘la Duse ed io siamo le più tradotte nel mondo’.” Quando lasciò le sue volontà chiese espressamente d’essere sepolta nella Torre dei Mannelli, luogo che volge verso gli Uffizi, l’Arno, ricordando la famiglia degli Uberti, smembrata e poi gettata in questo grande fiume che ‘passa’ vicino a noi.

“Caro Riccardo, questa è una ‘firenzina’, non è più quella d’un tempo, ha ragione Tiziano Terzani nella sua definizione di ‘bottegai’! Lei era così…prendere o lasciare, però coltissima, ben attenta all’ortografia, con un gran odio nei confronti delle ripetizioni. E quindi non si muoveva mai senza gli adorati libri. Ricordo ancora – e qui termino – quando parlammo del mio ruolo anche di scrittore: “ma…ascoltami bene, tu scrivi e non certamente male, però se di cose da fare ne hai mille…beh, figlio mio un lavoro ce l’hai e quindi non è mica obbligatorio scrivere!”

Scrosciano gli applausi mentre Nencini conclude…”Un bel ‘tipetto’, senza dubbio, anche ostica! Eppure averne come lei!”

E’ il momento del premio, lo ritira l’attrice di cinema e teatro Maria Rosaria Omaggio con un gran sorriso. “Lo dedico al regista di Walesa, scusate se va ad uno straniero…evidentemente è stato meno apprezzato dagli italiani!”

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Nel 2013 la Omaggio dette fiato e corpo alla Fallaci nel film “Walesa Man of Hope” di Andrzey Wajda, premiata alla Mostra di Venezia col Pasinetti e al Festival di Salerno con l’Arechi d’oro. La somiglianza è veramente impressionante, anche se Maria Rosaria ha lineamenti più puri. La voce invece è uguale. Colpa delle sigarette ‘tirate’ su con gran foga da entrambe? La Omaggio, ambasciatrice dell’Unicef, precedentemente aveva raccontato d’aver subito da sempre il fascino della grande inviata, donna non certamente facile ma di gran spessore, con grande ringraziamento nei confronti del nipote Edoardo che le aveva prestato la pelliccia di visone, il registratore per l’intervista a Walesa e il cammeo. “Grazie a Internet trovai anche le Lark rosse che ella fumava. Praticamente una fotocopia di quel giorno:il pullover nero a coste e le immancabili sigarette.” L’artista già prima aveva parlato della grande giornalista scomparsa eppure così presente grazie all’incontenibile carisma che continua ad emanare. Parlando del libro postumo ‘Un cappello pieno di ciliegie’ …” pagine colme d’ironia come del resto contraddistinguevano la sua figura. Leggo ancora:’le campane allontanano i demoni’. Secondo voi chi può aver scritto una cosa simile?”

Carla Cavicchini

Memorial su Oriana Fallaci – Pegaso 2015

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