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Oriana aveva proprio ragione

di Pietro LIGNOLA – Tratto da: Il Roma, 19.9.2007

Oriana Fallaci è morta il quindici settembre del 2006. Sabato scorso è caduto il primo anniversario della sua scomparsa, esattamente quattro giorni dopo il sesto anniversario della strage seguita all’attacco di Al Qaida alle Twin Towers.

A parte i mascalzoni che hanno vilipeso la targa dei giardini milanesi a lei dedicati (subito ripristinata, peraltro, dal comune ambrosiano) con la vergognosa scritta “Meno male che sei crepata”, la scrittrice è stata ricordata sia a Roma, sia a Milano, con importanti manifestazioni. Oriana è ricordata, soprattutto, per la sua coraggiosa denunzia del pericolo islamico e della viltà eurabica.

Le cronache di questa settimana (come le meno recenti e come, purtroppo, le previsioni del prossimo futuro) non fanno che darle ragione. Sabato scorso Abu Omar Al Baghdadi, fantomatico capo della cellula irachena di Al Qaida, ha offerto, con un video su internet, una taglia di centomila dollari a chi ucciderà il vignettista svedese Lars Vilks, il quale ha pubblicato sulle pagine di “Nerikes Allehande” una vignetta raffigurante il viso di Maometto sul corpo di un cane.

Iran, Pakistan ed Afganistan avevano già protestato con il governo svedese, le cui scuse sono pretese dagli islamici, i quali minacciano di boicottare i prodotti della Ericsson, dell’Ikea e della Volvo. Lars Vilks ha dimostrato un coraggio al limite dell’incoscienza, poiché il cane è per i musulmani un animale immondo (gli iraniani che tengono in casa un amico dell’uomo rischiano, oggi, il carcere); egli non ignorava, infatti, tutto quello che successe un anno e mezzo fa per le vignette, molto più innocenti, pubblicate in Danimarca da Jyllands-Posten, né l’assassinio rituale del regista olandese Theo van Gogh.

Per uno svedese coraggioso, però, ce ne sono altri molto vigliacchi: mi riferisco a tale Pär Blondell, preside della scuola di Karlshamn, vicino Malmö, il quale ha vietato l’uso di magliette recanti i colori della bandiera nazionale. Nella bandiera svedese figura, infatti, una croce gialla che l’ineffabile dirigente scolastico teme possa offendere la sensibilità islamica.

Infinitamente più grave è il comportamento di Freddy Thielemans, sindaco socialista di Bruxelles, e della polizia belga. Il primo ha vietato un corteo organizzato, in occasione del sesto anniversario delle Twin Towers, dalla Sioe (Stop islamisation of Europe) per presentare al parlamento comunitario una petizione contro le leggi possibiliste sulla sharia (tolleranza della poligamia, del diritto di picchiare – e magari uccidere – mogli e figli). La seconda ha percosso ed arrestato molti pacifici manifestanti, fra i quali il parlamentare europeo Mario Borghezio (gli arresti sono stati ben centocinquantaquattro).

Ancor peggio si comporta l’Onu, che ha censurato, tacciandolo di razzismo, un manifesto svizzero che chiedeva l’espulsione dei criminali stranieri. Il governo svizzero, dimostrando una dignità maggiore rispetto ad altri paesi, ha però inviato all’organismo internazionale una lettera nella quale difende la libertà d’opinione. È appena il caso di ricordare che l’Onu, come del resto l’Unione Europea (o eurabica, secondo la giusta definizione di Bat Ye’or ed Oriana Fallaci), nessuna iniziativa ha mai preso per la libertà del culto cristiano nei paesi islamici e contro le condanne a morte per apostasia.

I porci fondamentalisti sono, come quelli di Orwell, più euguali degli altri: essi hanno tutti i diritti, compresi quello di mettere bombe nelle nostre stazioni, di assassinare i nostri registi e di mettere taglie sui nostri vignettisti. Noi dobbiamo tacere e nascondere le nostre croci e le nostre bandiere. Non può essere altrimenti, perché la viltà degli eurabici è sconfinata.

Occorrerebbero centomila Lars Vilks, capaci di esporre le loro vignette su tutti i muri d’Europa, per porre un freno all’arroganza dei barbari invasori; ma, al contrario, quelli che contano sono i Blondell ed i Thielemans, degni del ruolo che, nell’opera dei pupi, aveva Gano di Maganza.

One thought on “Oriana aveva proprio ragione

  1. Concordo in pieno con il senso dell’articolo. Però voglio precisare che di Borghezio non mi dispiace per niente dato che fa parte di quella schiera di gente che mina l’unità del paese la stessa che Oriana incitava e ricordava nei suoi libri.

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