L’Ayatollah Safi Golpayegani (a destra nella foto), dalla città di Qom che glii sciti considerano come santa, ha emesso una fatwa (condanna a morte) per “apostasia„ contro il cantante Shahin Najafi (nella foto a sinistra), ha indicato il sito Internet in persano del giornale Al-Arabiya.
La sentenza religiosa è stata resa dopo l’uscita di una canzone controversa di Najafi intitolata “Naghi„, nome del decimo Imam nell’islam scita.
La canzone ha provocato la furia dei credenti offesi.
Il sito d’informazione Asr Iran, strettamente legato al regime di Teheran, ha lanciato una campagna on line per l’impiccagione di Najafi. Il sito dichiara che l’obiettivo della campagna è di ottenere la condanna di Najafi per apostasia, un crimine suscettibile della pena di morte in Iran.
Gli organizzatori della campagna hanno chiamato tutti gli sciti ed i musulmani in generale a cercare Najafi, ucciderlo e “mandarlo all’inferno„.
Najafi 31 anni, era un artista underground quando viveva in Iran. Poi le autorità gli hanno proibito di cantare in pubblico nel paese, allora ha traslocato in Germania, dove in questi ultimi anni si è unito a un gruppo chiamato “Tapesh 2012 ? che interpreta canzoni politicamente impegnate in persiano.
Nel 1989, un romanzo dell’autore britannico Salman Rushdie aveva creato una reazione simile in Iran, quando una fatwa (decreto religioso) fu emessa dalla più alta autorità dell’Iran, l’ ayatollah Ruhollah Khomeiny, perché una rappresentazione fu comsiderata irriverente verso il profeta musulmano Maometto.
Più recentemente, il pastore cristiano Youcef Nadarkhani è stato accusato d’apostasia dalle autorità iraniane e condannato a morte per avere lasciato l’islam ed essersi convertito al cristianesimo, causando una protesta nella Comunità cristiana in tutto il mondo.
http://scettico72.blogspot.it/2012/05/iran-una-fatwa-chiama-allomicidio-di-un.html