Clandestino tenta d’aggredire il giudice DURANTE CONVALIDA ALL’EX CPT
Pubblicato il 19/03/09 alle 01:25:58 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Non voleva restare 60 giorni nel centro, bloccato a stento da tre agenti Se l’è vista brutta il giudice di pace in servizio al Cie (centro di identificazione ed espulsione, ex Cpt) chiamato a convalidare il fermo di un cittadino nigeriano clandestino fermato dalla polizia e accompagnato nel centro di via La Marmora. L’uomo, 30 anni, quasi due metri di altezza e oltre 120 chili di peso, quando il giudice gli ha spiegato che sarebbe stato trattenuto per sessanta giorni in attesa di identificazione, non ne ha voluto sapere. Prima lo ha riempito di ingiurie e offese e poi gli si è scagliato contro dopo aver rovesciato la scrivania del giudice stesso. Non fosse stato per la presenza di un agente della polizia di Stato e due militari della Guardia di Finanza, il nigeriano lo avrebbe colpito con un prugno in piena faccia. I tre gli si sono letteralmente lanciati addosso e quel pugno si è fermato a pochi centimetri dal naso del giudice che, preso alla sprovvista anche perché non immaginava una simile reazione, è rimasto come paralizzato sulla sua sedia. Intanto il poliziotto e i due militari, con non poca fatica, sono riusciti ad immobilizzare il nigeriano e poi con l’aiuto anche dei sanitari e del personale della Misericordia, a ridurlo alla ragione.
L’episodio ha scosso non poco il personale dei Cie che non si era mai trovato di fronte ad una situazione del genere soprattutto nella fase amministrativa quando ai clandestini tra l’altro di solito privi di documenti, viene loro contestata la violazione della legge Bossi-Fini che non significa arresto, ma permanenza nel centro per 60 giorni (che con la nuova normativa diventeranno 6 mesi se lo straniero non viene identificato). Attualmente ai Cie sono ospitati 60 clandestini, di cui 20 donne.