ACMID-Donna si mobilita in aiuto a Sayed Perwiz Kambekhsh
Pubblicato il 31/03/09 alle 13:01:37 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
ventrienne afghano condannato a 20 anni di reclusione da scontare nelle carceri jihadiste per aver difeso al parità tra uomo e donna nel suo Paese Appello di ACMID DONNA Onlus (Associazione Comunità Marocchina delle Donne in Italia) al Presidente della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, Hamid Karzai, al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano e al Ministro degli Esteri Italiano, Franco Frattini, per l’immediato intervento per la liberazione di Sayed Perwiz Kambakhsh.
L’ACMID Donna Onlus, che da sempre si batte per la difesa dei diritti della donna e il riconoscimento della pari dignità tra uomo e donna, rappresentata dall’On. Souad Sbai, esprime preoccupazione ed allarme per la palese e inumana ingiustizia subita da Sayed Perwiz Kambakhsh, studente e giornalista ventitreenne afghano arrestato il 27 ottobre 2007 per avere difeso in un blog i diritti delle donne e la loro eguaglianza.
Dopo essere stato arrestato nella provincia di Balkh e accusato di aver scritto e distribuito l'articolo in questione, si è appurato che il pezzo provenisse da un sito web iraniano. La colpa di Kambakhsh sarebbe quella di averlo scaricato e commentato. Condannato alla pena capitale dalla Prima Corte di Balkh, dopo un processo fittizio durato qualche minuto, la sentenza di secondo grado ha convertito la pena in 20 anni di reclusione da scontare nelle prigioni di Mazar-i-Sharif o di Pul-i-Charki. Entrambe le carceri detengono prigionieri jihadisti, che rappresentano una minaccia per la vita di Kambakhsh. Ciò equivarrebbe a mandarlo a morte.
Le prove presentate in prima istanza contro il giornalista sono dichiarazioni di studenti e professori universitari che hanno affermato che il giovane ponesse “domande difficili” in classe.
Secondo quanto espresso da Human Rights Watch, dalla data di arresto di Kambaksh, la combinazione di interventi illegali dei signori della guerra e il conservatorismo religioso radicale dei giudici afghani hanno ostacolato ogni possibilità di giustizia per Kambaksh, in un Paese, l’Afghanistan, di cui l’Italia ha sempre sostenuto il sistema giuridico. Proprio l’art. 347 di quel codice penale prevede una pena massima di cinque anni per questa fattispecie di reato. La condanna di Sayed non ha alcun fondamento legale che giustifichi una simile detenzione.
L’ACMID Donna Onlus si chiede se una Repubblica che aspira ad attuare una politica moderata, guidata da un Presidente eletto dichiaratosi moderato e amico dell’Occidente, possa farsi tenere in pugno da un manipolo di “mullah e talebani estremisti” che attuano una lettura distorta del Corano. Per questa ragione chiede l’immediato e improcrastinabile intervento delle autorità competenti per salvare la vita di un innocente che si batte per l’affermazione dei diritti civili delle donne e invita il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, ad attivare gli opportuni canali istituzionali e diplomatici, senza ulteriori indugi, per consentire la sua immediata liberazione.
Per questo motivo l’associazione ACMID Donna Onlus ha organizzato per mercoledì 1 Aprile 2009 una fiaccolata che si svolgerà a Piazza Montecitorio dalle ore 18. Invitiamo la società civile e politica a partecipare, anche raccogliendo le firme sul sito www.acmid-donna.it