Pubblicato il 31/03/09 alle 13:43:31 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Nel mirino la coop "Senza frontiere". Indagato il presidente Amedura Accertamenti anche sull´ex direttore dei centri Isi della To1 Maggiorotti. Forse 3mila tessere false
Consegnava agli stranieri tessere fasulle o doppioni. Nei giorni delle proteste dei medici contro la proposta di denuncia dei pazienti clandestini, il mondo della sanità torinese è investito da uno scandalo che investe il mondo della mediazione culturale.
Ad aver attirato l´attenzione della Procura di Torino è l´attività della cooperativa Senza Frontiere, di cui è titolare Giovanni Amedura del Torino social forum, un volto molto noto nelle manifestazioni a difesa dei diritti dei migranti.
Nei giorni scorsi la magistratura ha aperto un´inchiesta e Amedura è indagato con l´accusa di truffa aggravata ai danni del sistema sanitario nazionale, in questo caso l´azienda To1, dove Senza Frontiere da anni ha appalti per il servizio di mediazione.
I carabinieri dei Nas, che nelle settimane scorse hanno fatto sopralluoghi e sequestrato la documentazione, avrebbero scoperto almeno tremila tessere fasulle o doppioni, tessere sanitarie Eni (Europei non in regola) e Stp (Stranieri temporaneamente presenti).
Gli stranieri quindi ricevevano tessere non valide che venivano però regolarmente rimborsate dall´azienda. Una procedura che sembra aver interessato in particolare l´ospedale Mauriziano. Dal 2005 una truffa di duecentomila euro.
A firmare la richiesta di rimborsi era Pier Giorgio Maggiorotti, direttore, adesso in pensione, della struttura complessa dell´attività consultoriali Isi (informazioni, salute immigrati) e noto presidente di Informahandicap. Sul suo ruolo la Procura sta facendo accertamenti, anche in relazione al fatto che Amedura e Maggiorotti abitano entrambi in via Assarotti, ad un solo numero civico di distanza uno dall´altro.
L´altro filone di indagine che coinvolge Senza Frontiere riguarda le ore di lavoro degli stranieri che lavoravano come mediatori all´interno della cooperativa. Le cifre presentate per i rimborsi erano molto più alte di quelle effettivamente realizzate.
Le cooperative culturali lavorano in questura, per i servizi assistenziali del Comune di Torino, in ospedali e aziende. Dove sono presenti, oltre che nei centri Isi dedicati agli stranieri, anche nei Sert, nei consultori e nei servizi psichiatrici.