Pubblicato il 05/03/08 alle 12:04:42 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
NAPOLI - Via Brin invasa da trentamila ucraini
Irina, grossa e mascolina, vende a un euro mazzetti di bucaneve, fiore di primavera da offrire alle donne per la festa dell'otto marzo. I furgoni arrivati nella notte sono schierati sul bordo della strada. Quasi tutti senza licenza di trasporto. Cinquanta bus sequestrati negli ultimi mesi dai vigili urbani, multe di 2 mila euro alla volta; ma tornano sempre. Stracarichi di povere mercanzie, sui tavolini di plastica si aprono i negozi.
Ogni domenica Napoli si sveglia provincia di Kiev in via Benedetto Brin, porta orientale della città. Prende i volti, il linguaggio, gli odori dell'Ucraina, invasa già dal mattino presto da venti, trentamila stranieri per lo più clandestini che vivono sotto il Vesuvio.
Aumentano sempre. Molti, raccontano al comando della polizia municipale, non hanno fissa dimora né lavoro. Il terminal bus è il luogo degli incontri, degli scambi, dei traffici di pacchi da ricevere o da spedire da qui a casa, del mercato universale di questa fetta di Est europeo. Si ritrovano qui uomini e donne, loro in maggioranza, diventate forza lavoro indispensabile nelle case dei napoletani, che mantengono un legame fortissimo con la terra d'origine. Un supermarket della nostalgia, senza regole, con una sua organizzazione in grado di rispondere ai bisogni.
Il cibo ucraino prima di tutto. Si mangia e si beve la domenica sui marciapiedi sporchi di via Brin. E la birra scorre a fiumi fin dalle prime ore del mattino, a mezzogiorno parecchi sono già intontiti dall'alcol. Sulle bancarelle ci sono confezioni di prodotti alimentari, pesce essiccato, salumi e carne cotta sfusa. Sui barbecue di lamiera cuociono spiedini di maiale e cipolle, vaschette di alluminio contengono porzioni di verdura condita in salsa bianca. Tutta roba che al primo allarme viene fatta sparire dietro o sotto le auto parcheggiate.
Il mercato offre una quantità di creme, coloranti per i capelli, borsoni pieni di dvd contraffatti con gli artisti più in voga in Ucraina, libri come Harmony in versione Est, i giornali, le riviste con gli oroscopi di "Nostradamus", i manifesti a tema religioso e non, Padre Pio accanto a Penelope Cruz. Pellicce e abiti usati.
Affollatissimi i banchetti per la ricarica dei cellulari a 10 euro, quelli che vendono buste e rotoli di nastro adesivo per confezionare i pacchi, ha un pubblico numeroso anche chi offre santini e libretti di preghiere. Maria e Vladimir, agenzia di viaggi volante, distribuiscono volantini per le prossime trasferte pasquali: un giorno a Roma in bus, pasto compreso, 25 euro, per Firenze la spesa arriva a 75. "Molti vogliono conoscere posti nuovi" spiegano. Valentina offre un soggiorno a Parigi, dal 22 al 25 marzo, 280 tutto compreso in hotel a quattro stelle, ma fuori città. Più avanti c'è Maria che propaganda uno studio legale di corso Garibaldi per assistenza a tutto campo. C'è anche il banchetto di un centro culturale.
Gli agenti del nucleo "Mobilità turistica" piantonano il mercato, i motociclisti controllano le auto, aprono portabagagli e spesso trovano pacchi pieni di farmaci senza etichetta, scaduti, e allora portano via tutto e scrivono verbali. Ci sono pure ambulanti senegalesi che offrono archi e frecce, lavorazione artigianale. Di italiano c'è il peggio, sguardi rapaci e qualche auto di provenienza dubbia.