Inaugurato ''La Misericordia'' e si pensa a una moschea galleggiante
Pubblicato il 03/07/09 alle 13:27:57 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Il Centro che oggi si inaugura - ha detto l'architetto Farhat - è solo un inizio Un centro islamico per pregare - Cerimonia ieri pomeriggio a Marghera, alla presenza di molte comunità religiose. Taglio del nastro per il Centro Socio Culturale Islamico battezzato La Misericordia, in arabo «Al Rama». Si respirava un'aria di festa ieri pomeriggio al civico 11 di via Monzani, all'interno della nuova sala di preghiera e luogo di ritrovo dei fedeli di Allah.
L'inaugurazione era prevista alle 16. All'esterno il centro sembra un qualsiasi edificio commerciale. Entrando l'atmosfera si scalda. La grande sala è coperta di tappeti rossi, a sinistra c'è una stanza dedicata ai lavaggi prima della preghiera, poi una sala che serve per posare le scarpe e a fianco un negozio che vende corani e sacre scritture. In fondo al grande salone il «minbar», la costruzione da dove generalmente prega il «muezzin».
Ieri, per l'occasione, erano state portate molte sedie. Per entrare è d'obbligo togliersi le scarpe. Alle donne è stato fatto indossare un velo per coprire il capo. Presenti moltissimi rappresentanti delle comunità religiose della città, cristiane e non cristiane, ma anche delle diverse frange dell'Islam. Per prima ha parlato Kanije Dzeladin, vice presidente dell'associazione «Balkan» che riunisce i macedoni-turchi.
A fare gli onori di casa Wael Farhat, presidente della Comunità. «Il Centro che oggi si inaugura - ha detto l'architetto Farhat - è solo un inizio. Un anello tra passato e presente».
Poi l'appello al primo cittadino Massimo Cacciari perché conceda alla comunità un terreno individuato tra via Orlanda e via Barbana, per realizzare un ulteriore Centro Islamico da costruire ex novo. La comunità acquisirà a ore il capannone di via Monzani, che poi potrebbe essere ceduto al comune per il terreno lungo la statale.
Tra le novità enunciate ieri, la volontà di realizzare una Moschea galleggiante, di cui esiste già il progetto, che dovrebbe navigare dal parco di San Giuliano allo specchio antistante l'isola di San Giorgio congiungendosi al suo minareto nel giorno della Festa del Sacrificio.
Dopo Fahrat ha preso parola l'assessore alle Politiche sociali Sandro Simionato, che ha portato il saluto di Massimo Cacciari, il presidente di Marghera Renato Panciera e don Luca Biancafior, parroco di Gesù Lavoratore, vicepresidente della Caritas. Biancafior ha letto un messaggio del delegato patriarcale Don Dino Pistolato ed ha salutato i presenti a nome del patriarca Angelo Scola.
Il discorso più articolato è stato quello di Dacham Muhammed, presidente dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia, il quale ha espresso il desiderio che Venezia in arabo Al-bundukia, ritorni ad essere ponte tra Oriente e Occidente.
Tra i discorsi anche quello di John Henry Bowden in rappresentanza di tutti gli anglicani, Elia Kilaghbian (abate generale degli armeni mechitaristi) padre Nicola Madaro (arcidiocesi ortodossa d'Italia) e c'era pure il brahmino della comunità iduista. A metà cerimonia, ci si è fermati per la preghiera verso La Mecca. Marta Artico
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è uno scherzo?
Scritto il 03/07/09 alle 22:33:33 GMT pubblicato da Deirdre
per favore ditemi che è uno scherzo, non è è possibile sconciare così Venezia.
Vedo che molto
Scritto il 06/07/09 alle 10:48:02 GMT pubblicato da giuliana
abilmente si parla di centro islamico per pregare oppure di moschea per confonderci le idee e anche perché le autorizzazioni richieste sarebbero di ben altra natura. La moschea è sia luogo per pregare, sia luogo dove si fa politica attiva e si applicano le leggi islamiche, senza dimenticare la funzione militare che abitualmente vi si esercita. E quando parlano di centro di studio islamico si riferiscono allo studio della loro legge, oppure della nostra, ma solo in quanto possono utilizzarla per sfruttarla a loro favore. Se non si possono separare le verie funzioni della moschea, tutte devono essere vietate. Ma anche il solo aspetto religioso in Italia non dovrebbe essere ammesso in quanto l'islam non ha mai stipulato alcun patto con lo stato italiano, come invece ha fatto la chiesa cattolica.