Pubblicato il 17/08/09 alle 23:24:20 GMT pubblicato da Armando_Manocchia
La presenza straniera cresce più rapidamente rispetto agli altri comuni ed ad altri paesi europei, come si spiega, davvero non si capisce Il flusso di migranti verso Borgo Tossignano, non ha esaurito la spinta propulsiva e le cifre, anche se non raccontano la complessità, aiutano a capire un fenomeno non più episodico o ciclico ma elemento robusto dell’economia e della società. Nostro malgrado, in uno Stato definito di Diritto, è la Caritas a fotografare la situazione sull’immigrazione.
Le stime che inquadrano il fenomeno migratorio ci parlano di poco più 10% della popolazione complessiva. La cifra non corrisponde alla realtà. Il dato va analizzato in modo corretto, in quanto si riferisce innanzitutto, solo a coloro che vengono a contatto con la Caritas. In secondo luogo, la stessa non ha il compito di indagare, verificare, controllare, constatare quanti e quali soggetti circolano nel nostro territorio e se sono autoctoni o stranieri, regolari o clandestini.
Terzo punto, ammesso e concesso che il 10% sia un dato attendibile, lo è per l’intero comune di Borgo Tossignano, che come sappiamo è composto da altri centri come Riviera, Codrignano, e Tossignano. Considerando che l’immigrazione magrebina è radicata solo o prevalentemente a Borgo, il numero degli stessi va calcolato sulla popolazione di Borgo e non del suo intero comune. Per questo motivo, prendendo per buono il dato della Caritas del 10% di immigrati nel comune, diventa automaticamente il 16% su Borgo centro, confermandosi come il comune con la più alta percentuale di immigrati sulla popolazione residente non solo in vallata, ma in provincia.
Borgo Tossignano, ridente cittadina, non certo attrattiva per quanto riguarda l’occupazione, ma senza dubbi per l’offerta ed il livello di servizi e welfare, nota in tutto il nord Africa, merita tuttavia una riflessione su costi e benefici, perché una presenza così massiccia, superiore anche alla media regionale, farebbe saltare gli equilibri sociali a qualsiasi altro Paese.
Tra gli immigrati residenti si registra una maggiore crescita della componente femminile a conferma della tendenza dei ricongiungimenti familiari. La popolazione straniera residente è molto giovane e rappresenta un segmento fruitore di servizi più che di contribuenti, con le evidenti ricadute sulla «calibratura» del welfare. Inoltre bisogna aggiungere che la maggioranza dei lavoratori (almeno di quelli occupati) sono maschi, (pochissime le donne, che bontà loro, non fanno solo ed unicamente le mamme) e prestano servizi nell’ambito di altri comuni limitrofi e quindi in quei comuni danno il loro contributo al piangente Pil e a Borgo invece usufruiscono dei servizi sociali e del welfare.
L’integrazione rappresenta la prima preoccupazione della Giunta di sinistra che sta facendo quotidianamente i conti con i tagli operati sui fondi nazionali da parte del Governo, visto che è stato soppresso il fondo di 100 milioni di euro pensato dall’ex ministro Ferrero per l’integrazione dei migranti. A ciò si aggiunge il taglio del Fondo nazionale per le politiche sociali, ridotto di un terzo, è quindi passato da 950 a 650 milioni di euro. Nonostante ciò, la presenza straniera cresce più rapidamente rispetto agli altri comuni ed ad altri paesi europei, come si spiega, davvero non si capisce.
Fermo restando che ognuno di noi ha una chiave di lettura dei termini, ma “inclusione” significa inserimento in un ambiente di cui si recepiscono regole di convivenza e di comportamento e dove si accettano e si rispettano le leggi e questa è possibile solo per chiunque, basta che lo voglia. “Integrazione” invece, significa quanto detto sull’inclusione, a cui bisogna aggiungere che occorre condividerle, accettarle e farle proprie, sia gli usi che i costumi e le tradizioni. Ma come abbiamo modo di constatare, gli immigrati magrebini, non hanno nessuna intenzione di integrarsi e se anche qualcuno di loro volesse, non può farlo in quanto musulmano, ed un musulmano non può esimersi da ciò che è scritto nel corano, da ciò che dice la shari’a. Nei loro Paesi d’origine, a parte i pochi integralisti, nessuna donna porta il velo, mentre a Borgo, è inversamente proporzionale, non c’è nessuna donna che non lo porta.
Razzismo e xenofobia, due disvalori con i quali non si nasce, ma nascono spesso in strati di popolazione che faticano ad arrivare a fine mese e che s’indignano non più per la percezioni ma dai fatti reali, che vedono usufruire di privilegi solo gli immigrati come le graduatorie per le case o dei nidi.