Ragazza romena di 17 anni stuprata dal padre del fidanzato
Pubblicato il 20/08/09 alle 15:02:24 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
ROM BRAVA GENTE: Pochi, terribili minuti, racconterà la ragazza. E le minacce: «Non dire niente - le intima il suocero - altrimenti faccio del male a te e a mio figlio» Il commissario Masino: "E' già un passo avanti che non abbiano deciso vendette dirette" (QUESTA FRASE è PAZZESCA!! N.D.R.) Alla fine del racconto di questa storiaccia di abusi sessuali e minacce - una ragazza romena di 17 anni stuprata dal padre del fidanzato, alle spalle di un accampamento rom alla periferia di Torino - il commissario capo Eugenio Masino riesce a trovare una sfumatura positiva, uno spiraglio, parole che intaccano anche i pregiudizi. È il reggente delle Volanti. Dice: «Che abbiano chiamato la polizia per denunciare la violenza, non subendo le intimidazioni e non cercando vendette dirette, è un passo avanti». Una ragazza romena di 17 anni vive con il fidanzato di 20 anni in una baracca del campo in cui tutto comincia e finisce. Il padre di lui sta in una altra stamberga di plastica e cartoni, pochi metri più in là. Campano tutti come possono, alla giornata. Nella notte tra domenica e lunedì l´uomo chiede loro, al figlio e alla compagna, di accompagnarlo in macchina in un altro accampamento perché vuole comprare della birra da un connazionale. Un amico della coppia si aggrega. L´auto, sulla strada del ritorno, si ferma perché non ha più benzina. Il capofamiglia, 39 anni, manda il figlio e il conoscente a cercare un self service. Lui resta con la nuora. La convince a scendere dalla vettura e fare due passi. Poi, in uno spazio buio e isolato, alle spalle della baraccopoli di provenienza, la butta a terra, vince la sua resistenza, la violenta. Pochi, terribili minuti, racconterà la ragazza. E le minacce: «Non dire niente - le intima il suocero - altrimenti faccio del male a te e a mio figlio». La diciassettenne all´inizio obbedisce. Ma appena il fidanzato percepisce che è successo qualcosa di brutto, e la incalza, lei crolla. Trema. Piange. Racconto dello stupro, delle intimidazioni, della paura. Il compagno chiama l´amico che lo aveva accompagnato a cercare benzina. Discutono. Cercano una soluzione, una via di uscita. E alla fine decidono. Telefonano al 113, alle quattro. Il padre è a letto che dorme, stordito dall´alcol, nella sua baracca. Gli agenti delle Volanti svegliano l´uomo e lo portano prima in questura. I ginecologi di una clinica visitano la ragazza e confermano che un rapporto sessuale violento c´è stato. Un altro mattone per reggere l´accusa contro il fermato, arrestato e portato alle Vallette. Nelle prossime ore, all´udienza di convalida, dirà la sua verità, chiamato a difendersi dalle pesantissime contestazioni. Il commissario capo Masino dubbi non ne ha. È certissimo della sincerità della ragazza e delle responsabilità del suocero, sul quale sono in corso altri accertamenti. In Italia ha accumulato precedenti per reati da strada. In patria, in Romania, pare avesse avuto guai giudiziari per maltrattamenti in famiglia. In attesa che il giudice vagli ogni indizio e senta anche lui, il suocero della vittima, sono stati scarcerati i tre rom e il cittadino marocchino arrestati giorni fa dai carabinieri con l´accusa di aver violentato in gruppo una madre di famiglia romena accampata a Nichelino. Si sarebbe inventata lo stupro, per vendetta, malmenata da altre donne dopo una rissa tra clan scoppiata durante una festa di matrimonio a Stupinigi, colpi proibiti con mazze da baseball e a mani nude.