Pubblicato il 02/09/09 alle 22:24:15 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
L’italia si va culturalmente impoverendo non solo per la fuga degli scienziati ma anche perché DELIBERATAMENTE sceglie di importare gli immigrati più inintegrabili, descolarizzati Lo stato della California, in USA, è grande un terzo di più dell’italia (410mila km quadrati contro 301mila). In costante boom economico dalla fine del 1800 il territorio californiano è caratterizzato da una solida immigrazione da altri stati dell’Unione e da oltre frontiera americana.
Negli ultimi deceni la situazione immigrazione si è stabilizzata nel “Golden State”, così soprannominata, in un incremento di 5 MIIONI di abitanti OGNI 20 ANNI. Equivalente a circa 250mila nuovi abitanti ogni anno. In italia, per dare un’idea, da quando fu approvata l’infausta legge Turco-Napolitano la popolazione residente incrementa anche di UN MILIONE di unità annuali. Sommando ogni forma di ingressi legali, clandestini e nascite in loco da genitori neoimmigrati. In un territorio montuoso e sismico come quello italiano, con una densità di popolazione TRIPLA di quella californiana, la crescita è QUADRUPLA. Ne potete immaginare le conseguenze in fatto di infrastrutture, alloggi, produzione di rifiuti e ordine pubblico.
Altri effetti sono meno facilmente identificabili. Periodicamente si dibatte dei famigerati “cervelli in fuga”, migliaia di ricercatori che ogni anno emigrano al’estero. Si calcola perdiamo intorno agli 8 miliardi di euro a causa della “fuga di cervelli”, una disfatta che contava più di 30mila unità ogni anno (già nel 2000, immaginiamoci ora), danni incalcolabili alla Padania, l’unica zona del paese che sarebbe in grado di competere con i giganti mondiali. Solo la metà di essi prima o poi torna.
Meno si discute di che “cervelli” arrivano. Mentre sulla stampa si dibatte sui diritti dei clandestini poco si conosce su che cervello abbiano i “poveri eritrei” o somali o altro che sbarcano sulle coste siciliane. L’italia si va culturalmente impoverendo non solo per la “fuga” degli scienziati ma anche perché DELIBERATAMENTE sceglie di importare gli immigrati più inintegrabili, descolarizzati, inutili a un paese che vorrebbe fare parte del G8. Diversamente altri stati, ultimamente la Gran Bretagna, offrono di preferenza la cittadinanza a stranieri che conoscano la lingua e dotati di titoli di studio elevati.
Da noi no. Nell’italia delle escort, del superenalotto, del campionato di calcio più bello di chissà quale mondo le cose non funzionano così. Nella repubblica delle banane di Pizzaland si favoriscono gli zingari luridi e la teppaglia albanese, si privilegiano i negri bighelloni, i musulmani analfabeti. Si godono le puttane dell’Est e i trans brasiliani nessuna di queste categorie nota per avere mai prodotto premi Nobel.
Si dice che in italia ci sono pochi laureati. Secondo voi, tra la marea di ghanesi, magrebini, cinesi e cingalesi che vedete per strada quanti laureati vi si trovano? Non si fornisce un’educazione civica ai musulmani ma si garantiscono le moschee. In modo che qualche imam testea calda possa anche trasformarli in kamikaze. Lo stato pianifica luoghi di culto (purché NON cristiani) anziché centri di ricerca, le scuole invece di riservare risorse ai laboratori di informatica pensano alle mense etniche. Del resto l’italia è l’unico stato al mondo in cui ferventi “patrioti” sono tra i più fanatici sostenitori dell’immigrazione selvaggia, archetipo di costoro Gianfranco “kippah” Fini.
E strana è l“integrazione” all’italiana. Che devono essere i cittadini italioti a ossequiare ogni tradizione farlocca, sentimento etnico, rispettare le abitudini di forestieri che non hanno loro alcuna intenzione di adeguarsi al paese che li ospita. Noi rinunciare anche al cervello, temo. Dovremo divenire tutti semi analfabeti per non turbare gli islamici, dare via il culo per non fare sentire i trans dei “diversi”. Girare col turbante per non offendere i Sikh.
L’altro giorno ascoltavo in radio un dibattito sui dialetti. Cambio stazione e sento una canzone di Pino Daniele in napoletano stretto visto che ho capito quasi niente di ciò che cantava. Perché i “patrioti” antidialetto non mettono al bando questo artista dalla messa in onda essendo la sua produzione sostanzialmente non in lingua italiana?
La California trabocca di università e centri di ricerca. Molti dei nuovi arrivati fanno parte delle elite culturali a migliorare il tasso di scolarizzazione. In America, il 40% dei suoi scienziati di elettronica sono stranieri, un terzo dei premi Nobel che fanno ricerca nelle sue università hanno passaporto estero, e a Silicon Valley, situata a sud di San Francisco, il 30% delle imprese tecnologiche sono state fondate da immigrati asiatici. Qui viceversa i neoitaliani, dopo avere affollato i CPT (e le galere), gremiscono i centri per l’impiego nella speranza di un lavoro da manovale, badante o raccoglitore di pomodoro. Oltre ad abbassare il reddito medio procapite, gli extracomunitari spostano verso il basso il già risibile tasso di scolarizzazione della penisola.
Evidenza tangibilissima di cui però non si trova traccia nel commenti dei “cantori” dell’italianità nei media. Domani altro giorno, altro titolo sulla “Fuga dei cervelli” e sul “Grazie agli immigrati”. Dalla fuga dei cervelli ai “cervelli all’ammasso” il passo è breve. Quanto è lontana la California.