Pubblicato il 11/09/09 alle 19:05:46 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
l’obbiettivo di creare le condizioni affinché la Corte Costituzionale, la cui maggioranza è formata da personaggi vicini alla sinistra, bocci il Lodo Alfano, prepari il terreno per qualche condanna penale di Silvio Berlusconi Al colpo di coda della questione sessuale si aggiunge la ripresa in grande stile della questione giudiziaria. Con l’obbiettivo dichiarato di creare le condizioni affinché la Corte Costituzionale, la cui maggioranza è formata da personaggi culturalmente e politicamente vicini alla sinistra, bocci il Lodo Alfano, prepari il terreno per qualche condanna penale di Silvio Berlusconi e spiani la strada ad una crisi politica generale destinata a liquidare il governo di centro destra ed a dare vita ad una grande coalizione formata da spezzoni del Pdl e del Pd. Il disegno è fin troppo chiaro. La campagna sulle presunte intemperanze sessuali del Presidente del Consiglio, che ieri ha avuto la conclusione con la pubblicazione su “Il Corriere della Sera” di un documento coperto dal segreto istruttorio ma privo di qualsiasi risvolto penale per il Premier, serviva ad incrinare, dileggiare, sporcare l’immagine del Capo del Governo. Cioè a creare quei varchi attraverso i quali si dovrebbe infiltrare l’offensiva seria, quella giudiziaria delle Procure di Milano e di Palermo, tesa a colpire al cuore il Cavaliere con l’accusa (basata solo sui soliti pentiti interessanti) di concorso non solo esterno ma anche interno in associazione mafiosa. E’ chiaro, infatti, che se si accusa Berlusconi di aver ordinato la stagione delle bombe della mafia della prima metà degli anni ’90 e di essere stato il mandante dell’assassinio di Borsellino, nessuno può pensare ad un qualche ruolo esterno alla mafia per il leader del centro destra. In quel caso, infatti, Berlusconi diventa improvvisamente e contemporaneamente il padrino di Riina e Provenzano messi insieme, il “grande vecchio” dello stragismo criminale, l’artefice mefistofelico di una strategia perversa che non può trovare in alcun caso copertura dal lodo Alfano. Insomma, la manovra è rivolta a gettare le basi per l’eliminazione della copertura giudiziaria del Capo del Governo e per la sua defenestrazione prima delle prossime elezioni regionali da Palazzo Chigi.
E’ normale che di fronte ad un disegno di questo tipo Silvio Berlusconi reagisca in maniera indignata e preoccupata? Ed è normale che l’Anm, cioè l’Associazione Nazionale Magistrati, sulla base di un riflesso pavloviano vecchio di oltre quindici anni, non sappia fare meglio della solita protesta contro il presunto tentativo del Premier di calunniare la magistratura? Qualcuno potrà anche continuare a sostenere la favola secondo cui la magistratura non si lascia condizione dalle vicende politiche e svolge le sue indagini senza subire influenze di sorta. Sono anni che la storiella viene ripetuta ad uso e consumo degli ingenui e di quanti non hanno mai rinunciato all’uso politico degli strumenti giudiziari. Ma troppi fatti nel corso dell’ultimo ventennio hanno dimostrato il contrario. Al punto che oggi la stragrande maggioranza dei cittadini italiani, anche di quelli che non nutrono simpatia per il Cavaliere, guarda con preoccupazione ad un accanimento che non pare diretto ad accertare la verità ma solo a creare le condizioni per far precipitare il paese nel caos. In questa luce diventa ridicolo il tentativo dell’Anm di continuare a difendere la sacralità della magistratura militante di Milano e di Palermo. E torna ad assumere un significato oggettivamente golpistico il tentativo, dopo la fase di bombardamento sulla questione sessuale, di sfondare il fronte di difesa del Cavaliere e della stabilità di governo con l’arma atomica della bocciatura del Lodo Alfano e l’uso spregiudicato degli avvisi di garanzia. I componenti della Consulta hanno l’obbligo di tenere in debito conto di simili considerazione. Sulle loro spalle non grava solo la sorte di un singolo personaggio politico ma la pace e la tranquillità di un intero paese.