Pubblicato il 23/09/09 alle 16:07:32 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Sanaa e il cosidetto perdono della madre E' successo un fatto: un padre ha ucciso la propria figlia. Noi dell'udi lo definiamo caso di femminicidio e lo collochiamo nella mattanza che imperversa in Italia e che non risparmia donne di nessun tipo, colore, razza, religione, orientamento sessuale. Eppure, rispetto a questo specifico, particolare fatto, la notizia dell'omicidio è stata prestissimo superata e fagocitata da un'altra notizia: la madre della vittima pare abbia pubblicamente perdonato il marito assassino.
Da ciò consegue che l'omicidio di Sanaa passa automaticamente - quanto meno nell'immaginario collettivo - dallo spazio del femminicidio allo spazio dell'integralismo religioso.
Noi, però, non ci stiamo e ci opponiamo strenuamente a che passi questa tesi, che svalorizza quel fenomeno globale e generale che è il femminicidio a favore della politica del respingimento di chi proviene da altri paesi (ricordiamo che la madre è stata invitata ad andarsene dall'Italia, a seguito del c.d. perdono).
Se, infatti, ci concentriamo sulla vera notizia, ovvero un uomo che ha assassinato una donna, non possiamo non capire che il vero problema è altro: una cultura patriarcale dominante e trasversale nella quale la donna è un oggetto, è merce nelle mani dell'uomo, che può disporne come vuole. Una cultura nella quale l'uomo è delegato a parlare e decidere e pensare per conto della donna, una cultura che ha mille sfaccettature e che si manifesta attraverso la mercificazione mediatica e sessuale della donna, una cultura che non è tipica di una sola religione.
Ebbene, di questa cultura anche la madre di Sanaa è vittima, esattamente come le madri o le mogli degli stupratori e assassini italiani - la cronaca nazionale ne è ricchissima - che difendono i propri figli o mariti pur sapendo cosa hanno fatto ad altre donne.
Gruppo UDI Ferrara (Stefania, Liviana, Elisabetta, Eleonora, Cecilia, Micaela)
Se mi posso permettere di commentare, la Madre non è Vittima della Cultura generale bla bla bla, è Membro di un Sistema mafioso meglio chiamato Islam, ed è Complice, non Vittima. La Vittima è Sanaa. Punto e chiuso.
Il gruppo Udi
Scritto il 24/09/09 alle 14:44:09 GMT pubblicato da giuliana
non tiene in debito conto il fatto che i genitori musulmani sono autorizzati dalle loro leggi ad uccidere i propri figli e nipoti (che sono anche maschi), se questi abbandonano l'islam. Violenza, quindi, non solo sulle donne. Parlano vagamente di altre culture religiose simili senza specificare quali. Poi confondono la difesa irragionevole e ad oltranza di una madre nei confronti del proprio figlio assassino con il comportamento della madre snaturata di Sanaa che perdona il padre omicida in quanto essa stessa è stata complice consapevole. E' colpa sua se ha rinnegato la legge del cuore per aderire a quella criminale islamica. Che cosa ha fatto per proteggere la figlia prima che la mano del padre la sgozzasse?