Pubblicato il 27/09/09 alle 21:45:42 GMT pubblicato da Armando_Manocchia
Proposte e percorsi interculturali per battere maschilismo e razzismo Permettetemi di esprimere il mio pensiero con una piccola parabola e visto che si parla anche di multiculturalità, citerò una storiella dei sufi in modo sia da stimolo e da riflessione per ognuno di noi, immaginate il contesto: “Un giorno, un signore camminando per strada, incontro un uomo piccolo, piccolo. Era un piccolo mullah intento a cercare qualcosa, davanti alla propria casa, il signore, incuriosito gli chiese: mullah, cosa stai cercando? Hai perso qualcosa? Posso aiutarti? Il mullah rispose: “ho perso le chiavi di casa…”, il signore ribatté: “perché le cerchi qui? Potresti averle lasciate in casa…”, il piccolo mullah rispose: “le cerco qui perché qui c’è più luce…”.
In altre parole, ognuno di noi cerca le soluzioni ai problemi al di fuori di noi stessi o del nostro contesto sociale e culturale. E a questo proposito, devo apprezzare la sottolineatura di un relatore, quando arrivando nel centro di Imola, la cosa che lo ha fatto restare allibito è stato quello di vedere la piazza gremita da maschi, di cui l’80% con il cappello e il 99% della stessa altezza, ma più di tutto il fatto che non c’era neanche una donna.
Questo rappresenta il background di un paese, il contesto civile, culturale e sociale di una comunità. Partendo da questa realtà, secondo il mio parere, prima di parlare ad altri e di altri dovrebbe, come il piccolo mullah, riflettere su se stessa e sul tessuto culturale che ha contribuito a creare.
Il titolo ed il tema del convegno è sicuramente attraente, peccato che l’impostazione e l’organizzazione lo siano molto meno. (Parentesi) A prescindere che non si capisce a quale titolo la Città di Imola (per non parlare delle Pari Opportunità) patrocina una manifestazione che è l’espressione di una parte politica e chiaramente partitocratica come questa, quando, almeno come si percepisce, dovrebbe essere, un momento di dialogo, di confronto e di riflessione, con coloro che la pensano diversamente da altri su tematiche così importanti per il nostro vivere quotidiano nella nostra città, nella nostra Nazione, in Occidente.
Al convegno non partecipa una, dico una, sola persona che abbia un background diverso dalla totalità dei relatori invitati. Questo stimola la mia domanda: come posso capire che sono in errore o sono nel giusto, come comunico, come posso dialogare o contrastare, magari combattere o anche condividere il pensiero di colei/ui che la pensa diversamente da me?
Anche l’anno scorso è stata la stessa minestra, alla fine il risultato è sempre lo stesso: “se le dicono e se le raccontano tra loro”, che sia questo, un modo come un altro per avere ragione?
Al di là, che gli interventi hanno spaziato su molti, troppi, argomenti e ognuno degli intervenuti ha toccato (per forza di cose) superficialmente i diversi temi, senza affrontarne, in modo esaustivo o particolarmente soddisfacente nessuno, la cosa che più di altre è emersa da chi ha la patente di difensori dei diritti umani, in particolare per le donne, poi per gli islamici e a seguire per le nostre leggi, la libertà, la pace, l’amore, la tolleranza e la multiculturalità, che non si è persa l’occasione di citare nomi e fatti attribuibili a persone che non potevano o non avevano l’opportunità neanche attraverso altri rappresentanti per quello che si chiama diritto di replica.
Violenza di genere come piaga globale | 1 commento | Registrati
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Comunque le parabole dei sufi ...
Scritto il 01/10/09 alle 05:06:44 GMT pubblicato da Persia
... sono prese bellamente da altre Culture, spesso dal buddhismo. Solo per dire che nemmeno la mistica islamica è autentica o abbia qualcosa di autentico e non plagiato, copiato agli altri.
Per il resto, chi nega i passi avanti che l'Occidente ha fatto in materia di Diritti umani di donne e bambini e continua a sostenere l'equipollenza di tutte le culture, be', è un "bell'asino".