POVERACCI, sequestro per 20 milioni alla banda dei sinti
Pubblicato il 15/10/09 alle 23:52:04 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Accusati di centinaia di furti: avevano 11 case, terreni e magazzini Undici case, dieci appezzamenti di terreno e dodici tra garage e magazzini. In tutto immobili per un valore di oltre 20 milioni di euro. I carabinieri del Comando Provinciale di Torino li hanno sequestrati ieri su disposizione della Procura della Repubblica di Pinerolo. I beni in questione appartenevano infatti ai componenti della banda «sinti», accusata di centinaia di furti in Italia, Francia e Svizzera ed in particolare coinvolta nella intricata vicenda del colpo alla Palazzina di Caccia di Stupinigi messo a segno nel febbraio 2004. L´inchiesta ha preso il via da un accertamento patrimoniale che ha evidenziato una rilevante differenza tra le somme dichiarate dai nomadi nelle denunce dei redditi e le effettive proprietà immobiliari sparse nella zona del Pinerolese, tra Villafranca Piemonte e Caraglio. Ad accogliere la richiesta di sequestro sono stati i tre giudici della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, Piero Capello, Giorgio Balestretti e e Massimo Scarabello. Per Daniele De Colombi, Maria Anna Blangero, Adriano De Colombi, Claudio De Colombi, Valentino De Colombi, Luciano Santino Di Glaudi, Renato Di Maio e Graziano Di Maio, la procura di Pinerolo oltre al sequestro degli immobili aveva proposto anche la sorveglianza speciale con l´obbligo di soggiorno. «Gli approfondimenti sotto l´aspetto patrimoniale - hanno scritto i giudici nel provvedimento di sequestro - hanno posto in luce che tutti i proposti risultano sostanzialmente privi di attività regolari e stabili nonché di redditi derivanti da fonti lecite. Un contesto reso ancor più unico dalla circostanza che tutti i proposti da più di un quinquennio non hanno presentato alcuna dichiarazione dei redditi o hanno dichiarato redditi di modestissima entità, tali da non consentire il sostentamento di una normale esistenza... «. In più i tre giudici citano esplicitamente la vicenda del furto alla Palazzina di Caccia di Stupinigi che ha visto poi imputati i De Colombi e gli altri spiegando: «Si deve inoltre ricordare che nel periodo successivo al clamoroso furto commesso all´interno della Palazzina di Caccia di Stupinigi l´Ordine Mauriziano e la compagnia di Assicurazioni Axa furono costretti a versare la somma di euro 250mila ai malviventi per evitare che le opere d´arte fossero disperse. Tale somma non venne mai recuperata... «. Secondo il Tribunale, con quei soldi e il resto dei bottini cumulati con l´incessante attività criminale, i sinti riuscirono a diventare proprietari di un piccolo impero immobiliare. «Occorre infatti aggiungere - sottolineano i giudici - che nella maggior parte dei casi i beni immobili in questione pervennero nella disponibilità dei proposti o delle persone ad essi legate da vincoli di parentela o convivenza tramite atti pubblici di compravendita e in anni in cui le attività criminose dei singoli soggetti si erano già esplicate. Il che individua un´adeguata indicazione in materia di correlazione temporale tra il momento acquisitivo dei cespiti e l´esercizio delle attività illecite».