Pubblicato il 23/10/09 alle 22:25:37 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
La storia della volontaria Sara e dell’imam Abdellah In comune hanno tante cose: l’età (trent’anni), le idee sulla pace, sulla non-violenza e anche sull’amore: quello autentico, che non ha né limiti, né confini. Quello indispensabile per costruire una famiglia e una piccola comunità multietnica. In Comune, quello di Villarbasse in provincia di Torino, il 24 ottobre Sara ed Abdellah si sposeranno.
E se i loro nomi possono far pensare a una storia come tante (quella dei matrimoni misti che stanno arricchendo la società italiana), c’è qualcos’altro a rendere particolare questa vicenda: lei, Sara Campanile è italiana ed è cattolica. Si è laureata in Giurisprudenza e lavora per una ditta di progettazione elettrica; nel tempo libero fa volontariato nelle associazioni interreligiose. Lui, Abdellah Mechnoun è originario di Casablanca ed è in Italia da ormai 15 anni. Nel nostro paese ha molti incarichi di rilievo: è il Presidente dell’Organizzazione Islamica del Mondo Arabo ed Europeo ed è soprattutto è il Segretario della Lega degli Imam, visto che è un imam, l’ex guida della moschea di San Salvario, la comunità multiculturale di Torino, a due passi dal parco del Valentino.
Vero infatti che, in Italia negli ultimi dieci anni i matrimoni tra stranieri e italiani si sono triplicati: un aumento del 300%. Negli ultimi quattro anni, il numero dei bambini nati da coppie miste è incrementato del 2%. Ma, senza voler smorzare gli entusiasmi di Abdellah e Sara, spesso i numeri non promettono bene: almeno otto matrimoni misti su dieci, non ce la fanno a sopravvivere. Troppe le differenze di cultura, di mentalità e le divergenze su come educare i figli. Secondo i dati Istat, una coppia mista dura in media tredici anni a Lecce, sette a Milano e cinque ad Ancona. Abdellah e Sara si sono conosciuti quattro anni fa a Torino, nella Federazione Interreligiosa Internazionale, si sono frequentati per un po’ e poi è sbocciato l’amore, che sfiderà le statistiche Istat. Per capirci un po’ di più, in questa piccola storia locale ma dal fascino globale, Panorama.it ha sentito uno dei due protagonisti, il promesso sposo imam Abdellah.
Sabato 24 ottobre si sposerà. Come si sente? Sono molto emozionato. Tutta la mia famiglia sarà presente e ci saranno anche moltissimi amici italiani. Mi entusiasma l’idea di trovarmi davanti al Sindaco, quando dirò: “Sì, lo voglio”.
Cosa ne pensa dei matrimoni misti? Sono un arricchimento. E non solo per la coppia, ma anche per i figli, che hanno l’opportunità di conoscere due culture diverse. Se palestinesi ed israeliani potessero sposarsi tra di loro, non ci sarebbe più la guerra nel mondo.
In Italia però, rispetto agli altri paesi europei, i matrimoni misti sono pochi, mentre i divorzi tra coppie miste sono in costante aumento. Come lo spiega? Le cause principali sono riconducibili alla cultura e alle abitudini. In Italia la cultura dell’extracomunitario è bassa, rispetto agli stranieri che vivono negli altri paesi d’Europa. Gli italiani sono diffidenti nei confronti di queste comunità, poco colte e poco integrate. Per quanto riguarda le abitudini, penso immediatamente ai diritti della donna, che qui in Italia è molto rispettata. Quando si va al ristorante, ad esempio, l’uomo italiano è abituato ad essere galante con la donna: la fa sedere per prima, le compra un fiore e le dà un bacio. Il ristorante è solo un esempio: io ho cambiato le mie abitudini da quando sono qui, ma noto che molti miei connazionali non lo fanno.
Qual è il peso della religione in una coppia credente, ciascuno con la propria fede? La cosa fondamentale prima di fare il passo del matrimonio, è conoscere le esigenze, la cultura e la religione dell’altro e accettarle. Io sono una guida, sono una persona colta e conosco bene la cultura cristiana e la mia. Anche mia moglie conosce entrambe.
Sposati, una casa in comune, ma fedi diverse. Invece molti musulmani che vivono da tempo in Italia e sono sposati con un’italiana poi chiedono che la moglie si converta e che si adegui a nuove abitudini. Perché? Nel loro paese d’origine quei musulmani non erano praticanti. Molti di loro, quando sono venuti qui, sono stati avvicinati da altri connazionali, che li hanno influenzati negativamente. I più deboli ed ignoranti hanno ceduto e si sono pentiti, scegliendo di cambiare. Io non sono a favore della conversione. Ognuno dovrebbe seguire la propria fede. La cosa più importante è il dialogo.
Cosa suggerirebbe ai rappresentanti della comunità musulmana per integrarsi nel nostro paese? Il primo passo per l’integrazione è conoscere la cultura italiana, solo così si possono avere dei diritti. Sono i musulmani a dover fare la prima mossa, però.
Sul tema della scuola e dell’educazione, cosa ne pensa dell’ora di religione islamica? Sono favorevole, e lo sono anche per tutte le altre religioni. Dobbiamo stare attenti però a chi affidare l’insegnamento di questa materia. Mi fa paura consegnare i miei figli alla persona sbagliata. L’insegnante dovrebbe essere qualificato, laureato e con una sorta di raccomandazione da parte dell’Ambasciata che lo rappresenta.
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MATRIMONIO BICULTURALE
Lo stato Italiano chiarisce che: “Nessun impedimento al matrimonio può essere basato su dei motivi confessionali, il diritto al matrimonio e alla famiglia è garantito", dove l’idea di base resta la stessa. Perciò, un uomo ed una donna si possono sposare indipendentemente dalla rispettiva appartenenza religiosa.
Questo principio è confermato anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che dispone: “A partire dalla maggior età, l’uomo e la donna, senza alcuna restrizione in quanto a razza, nazionalità o religione, hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia.” Ma l’articolo è stato oggetto di una messa a punto da parte del rappresentante egiziano, all’Assemblea Generale dell’ONU, che ha detto: “In Egitto, come praticamente in tutti i Paesi islamici, esistono delle restrizioni e limitazioni per quanto concerne il matrimonio della donna islamica con una persona appartenente ad un’altra religione. Queste limitazioni sono di natura religiosa”.
In effetti, le norme islamiche vigenti, comportano delle restrizioni in materia del diritto al matrimonio basato sull’appartenenza religiosa.
Islam e cattolicesimo a nozze | 1 commento | Registrati
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La vera notizia
Scritto il 25/10/09 alle 08:27:19 GMT pubblicato da giuliana
sarebbe quella di una ragazza musulmana che sposa un cristiano con la partecipazione festosa di tutta la sua famiglia. Con o senza laurea, la stupidità della ragazza è la stessa di tante oche che cadono nella trappola del bravo musulmano osservante che utilizza le leggi italiane solo quando sono a suo favore e mostra un'apertura culturale che in realtà non esiste. E lei, l'oca laureata, si presta al gioco.