Pubblicato il 03/11/09 alle 01:08:46 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Etichette sugli alimenti che indicano le emissioni di CO2? n vari paesi sono allo studio etichette che, oltre a indicare l’origine, il peso e la scadenza del prodotto, misurano anche le emissioni di CO2 che sono state generate per quel prodotto.
Stiamo vivendo una rivoluzione silenziosa, di cui percepiamo gli effetti in maniera sempre più evidente. Oggi l’attività umana con un impatto sull’ambiente, non è più a costo zero. Non è più pensabile vivere a spese della natura, che con il fenomeno del surriscaldamento globale sta lanciando il suo ultimatum alla popolazione di questo pianeta. Le misure che si stanno attuando per operare una netta inversione di tendenza nel campo delle emissioni di CO2 sono molteplici e vanno dall’adozione di fonti rinnovabili a largo raggio (anche se si potrebbe fare decisamente di più), all’aumento delle supefici forestali per arrivare alla razionalizzazione dei processi di ogni tipo al fine di ridurre al minimo la produzione di anidride carbonica. E in quest’ottica anche il mondo dell’economia è chiamato a dare il suo contributo alla causa. Ma il rischio concreto è che i ‘furbi’ che scelgono di continuare a operare in barba alle regole dell’eco-sostenibilità, possano immettere sul mercato prodotti a basso costo, che però nel loro processo di lavorazione hanno generato una quantità di emissioni superiore agli altri prodotti più cari. Quindi, con la prospettiva di fornire al consumatore finale sempre più informazioni per arrivare ad una scelta consapevole dei propri acquisti, è allo studio in molti paesi l’introduzione di un nuovo dato sulle etichette dei prodotti, in via principale quelli alimentari. In sostanza accanto alla data di produzione, alla denominazione, al peso e alla scadenza della merce troveremo la quantità di emissione di CO2 generate per arrivare al prodotto finito. Un’informazione importante che renderebbe l’acquirente protagonista delle sue scelte: la qualità, il prezzo o l’eco-sostenibilità? Ma non mancano i primi scetticismi. Si teme che i valori siano difficilmente misurabili, e che i meno onesti possano barare facilmente. Ma non solo. Per molti appare limitativo considerare soltanto la fase della produzione per considerare l’entità delle emissioni. Pensiamo ad esempio ad un prodotto non alimentare che, anche se ottenuto in maniera perfettamente ecologica, durante il suo utilizzo causi indirettamente cospicue emissioni. In quel caso l’etichetta trarrebbe solo in inganno. Ma il giudizio di nonsolosolare.it per l’idea è tutto sommato positiva, in linea con quello che stanno facendo ad esempio le Ferrovie Italiane, che inizieranno a breve ad emettere biglietti che indicano la CO2 prodotta da ogni viaggio. Una piccola iniziativa per rispettare sempre di più l’ambiente, un pezzo alla volta.