Pubblicato il 29/12/09 alle 12:36:25 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
L'appezzamento di terreno usato sarà di 5042,5 metri quadri L'ok definitivo è stato votato - all'unanimità - dalla giunta comunale, quando a Natale mancavano appena quarantott'ore. «E del resto - scherza, ma mica tanto, l'assessore alla cultura Andrea Ranieri - attorno al bambinello, nel Presepe, c'erano solo extracomunitari». In cinque cartelle - scritte dalla Vincenzi in stretta collaborazione con lo stesso Ranieri - c'è la parola "fine" alle mille polemiche sulla moschea al Lagaccio. Non solo la moschea si farà, ma adesso se ne conoscono le dimensioni (l'appezzamento di terreno usato sarà di 5042,5 metri quadri), i tempi (se dopo quindici anni dalla costruzione la Fondazione Islamica Genova avrà rispettato tutti i patti scatterà il diritto di riscatto), le parziali contropartite (la risistemazione del Lagaccio per "attività di rilevanza sociale", la cessione al Comune di una fetta del palazzo di Cornigliano che avrebbe dovuto ospitare la sede religiosa, pari a 90,76 metri quadri e che verrà utilizzato per risolvere la viabilità della zona).
Tecnicamente la decisione della giunta è un "conferimento di mandato agli assessori Miceli, Pastorino e Ranieri per avviare il percorso volto a consentire l'edificazione di una moschea sul territorio cittadino". In buona sostanza è lo schema di convenzione con la Comunità Islamica genovese: Palazzo Tursi mette tutti i paletti, obbligando la Comunità a prendersi un'infinità di impegni (rifiuto e condanna di ogni forma di violenza e di azione terroristica, rifiuto di ogni forma di discriminazione razziale e tra i sessi, adesione alla Carta dei Musulmani d'Europa che ruota attorno al dialogo tra le religioni), fissa alcuni limiti invalicabili. Ad esempio, la delibera "subordina la fattibilità del percorso individuato al rispetto da parte dell'Associazione d'Integrazione Culturale, che ha avviato un processo di trasformazione in Fondazione Islamica Genova, all'adozione delle modifiche statutarie suggerite dall'Amministrazione Comunale". Tradotto in italiano, significa che proprietari della moschea saranno dei genovesi di religione islamica e non qualche oscura finanziaria con sede negli Emirati Arabi o in Iran: può sembrare un dettaglio ma evidentemente - e tanto più di questi tempi - non lo è.
Se la "Fondazione Islamica Genova" è in divenire (un percorso avviato già diversi anni fa, grazie alla Consulta tra le religioni presieduta da Luca Borzani), il Comune fa sapere - tanto ai suoi interlocutori di religione islamica quanto ai sedicenti difensori della religione cattolica - quali sono i limiti invalicabili: chi costruisce e chi frequenta la moschea deve rispettare la Costituzione italiana, riconoscere la "lealtà democratica e la pace tra i popoli", far riferimento alle decisioni dell'Onu. Poi ci sono i dettagli spiccioli, che non sono di poco conto: per esempio, "il soggetto che edificherà la moschea provvederà alla risistemazione della porzione di un'area comunale, adiacente a quella individuata quale sede religiosa, con la costruzione di un basamento destinato ad ospitare attività di rilevanza sociale". Semplificando, saranno gli stessi rappresentanti della Comunità a costruire le basi per una nuova sede destinata ai ragazzi del Tdn, cioè il centro sociale "Terra di Nessuno", e ad altre attività di rilevanza sociale, vedi la confinante bocciofila. Se riesce, uno dei più interessanti mix di convivenza in un'area, quella del Lagaccio, abbandonata a se stessa da decenni. Moschea più bocciofila più Centro sociale: c'è da finire su tutti i manuali di sociologia del decennio che sta per decollare. (29 dicembre 2009)