L'Emilia Romagna e' la regione italiana a maggior numero di moschee: sono 84 ed e' il record d'Italia. A riferirlo e' il "Quotidiano Nazionale" che rivela che nei primi sei mesi del 2007, in tutt'Italia, ne sarebbero nate 39 e che il totale di moschee presenti nel nostro Paese sarebbe ora arrivato a 735.
I numeri al giornale sono stati forniti dai nostri servizi segreti (1 agosto ultima relazione in Parlamento) ma il quotidiano sottolinea che usa il condizionale "perche' in realta' non esiste un vero e proprio inventario dei luoghi di culto e, secondo qualcuno non solo di culto, degli islamici in Italia".
La mappa, afferma il giornale, e' ingarbugliatissima e tanti dati, anche ufficiali, si smentiscono fra loro. Una certezza pero' emerge, assicura il quotidiano, ed e' che l'Emilia Romagna primeggia. Primeggia, sottolinea l'inchiesta, come numero di islamici sul territorio, e secondo le fonti Caritas ce ne sarebbero oltre 130mila, mentre la Lombardia ne ha di piu' ma guardando al rapporto abitanti-musulmani l'Emilia Romagna e' comunque prima in Italia. La regione in questione, inoltre, primeggia anche per numero di moschee: 84 in tutto, di cui quasi la meta' nel triangolo Bologna-Modena-Reggio.
Forse, spiega ancora il giornale, la parola moschea e' 'grossa', spesso si tratta di laboratori, capannoni, a volte addirittura appartamenti. Capita che in piccoli paesini un ristretto numero di musulmani si riuniscano in un'abitazione privata per pregare: anche questo, si chiede il quotidiano, diventa un luogo di culto, o no? Nel 2000, inoltre, musulmani e moschee erano la meta'.
Emilia Romagna record di moschee | 1 commento | Registrati
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L'Emilia-Romagna ringrazia compiaciuta Amato.
Scritto il 15/01/08 alle 17:07:00 GMT pubblicato da Annarita
Quanto riportato è realmente sconcertante. Presto il numero complessivo ti tutti luoghi di culto cattolici sparsi per il nostro territorio sarà soppiantato dal proliferarsi di moschee riconosciute, concesse, regalate, pretese o peggio: clandestine. Allego di seguito il bigliettino di ringraziamento recapitato al Ministro Giuliano Amato da parte dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, contenente "apprezzamento" nei confronti del Ministro dell'Interno per l'iniziativa portata a termine di rendere gli immigrati "soggetti con diritti e doveri al pari dei cittadini italiani", e dimezzando i tempi necessari per la concessione della carta di cittadinanza, da dieci a cinque anni. Meravigliarsi non serve più: non è una valida difesa immunitaria se una parte del nostro sistema si ribella contro la Storia della Nazione stessa, dimentica il sangue versato quando sul piatto della bilancia vi erano insurrezioni a favore degli Ideali e la Morale... e potrei continuare su su fino al rimando dei libri di Storia. Oriana se ne rammaricò molto per la vittoria elettorale del Centro-Sinistra: uno schieramento politico "Folle banderuola" style, pronto a commettere sciacallaggio su leggi SACRE per la TUTELA di un popolo (vedi Legge n. 189 del 30 luglio 2002, nota come Legge Bossi-Fini). Giuliano Amato, scrivevano i quotidiani in data 4 agosto 2006, ha sbalordito quella enorme fetta di popolo italiano che ha cura della propria Costituzione, dimezzando i tempi per ottenere la cittadinanza italiana da parte degli immigrati. Perché mai?!? Questa "urgentissima" modifica da apportare alla legge n. 91 del 1992 è stata giustificata in nome dei dialoghi interculturali e intereligiosi che l'Italia deve intraprendere con gli Stati interessati. Ho capito bene, l'Italia? Eppure non pensavo che una Legge-tutela del genere potesse essere tanto inesatta in nome di questi due paroloni che vanno tanto di moda ultimamente e che nessuno osa spiegare per paura di offendere il ruolo del despota di turno. Amato pensa che la Politica sia una partitella di scacchi tra un giocatore molto abile e furbo ed un principiante scelto democraticamente: pedine mosse a cui non viene riconosciuta la propria identità. Siamo continuamente stuzzicati da fiumi di parole che spiegano le mosse del giocatore scelto e tutto tace dall'altra parte, come una partita giocata unilateralmente: restando in balìa di una caciara mediatica che confonde sempre più. E le pedine avversarie avanzano mute mentre le nostre vengono inghiottite...
Bologna, 27 settembre 2006
Alla Presidente dell’Assemblea Legislativa
RISOLUZIONE
SULLA CITTADINANZA ITALIANA AGLI IMMIGRATI
Visto che il Consiglio dei Ministri ha approvato nella riunione del 4 agosto 2006, su proposta del Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, un disegno di legge – in linea con la direttiva europea 2003/109/CE istitutiva del “permesso di soggiorno CE” – che aggiorna la normativa sulla cittadinanza modificando la legge n. 91 del 1992;
Considerato
che il disegno di legge prevede una serie di interventi che prendono in considerazione le varie situazioni che contraddistinguono la presenza degli stranieri nel nostro Paese e in particolare, i nati nel nostro territorio, i minori che si ricongiungono ai propri familiari in età infantile o adolescenziale, gli stranieri extracomunitari maggiorenni; che, in particolare, il disegno di legge prevede che potrà acquisire il diritto alla cittadinanza italiana chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui uno almeno sia legalmente residente in Italia, senza interruzione, da cinque anni al momento della nascita, e in possesso del requisito reddituale previsto per il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; che la normativa sulla cittadinanza viene, in base alle modifiche previste, innovata sensibilmente divenendo più adatta a rispondere alle esigenze sociali, culturali e produttive della nostra società, sempre più multietnica; che la Regione Emilia-Romagna ha scelto di adottare, attraverso la legge regionale 24 marzo 2004 n. 5 e il relativo Programma Triennale 2006-2008 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, una chiara politica di accoglienza ed inclusione sociale dei cittadini stranieri che vivono nella nostra regione;
Visto
che nel programma di governo 2005-2010 della Regione Emilia-Romagna relativo alla “politica migratoria” viene stabilito che occorre promuovere una politica che attribuisca cittadinanza agli stranieri , rendendoli soggetti con diritti e doveri al pari dei cittadini italiani;
l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna
esprime apprezzamento per la scelta effettuata dal Consiglio dei Ministri di modificare le norme per l’acquisizione della cittadinanza per gli stranieri che vivono nel nostro Paese ed in particolare per la scelta di operare un dimezzamento dei tempi necessari all’acquisizione della cittadinanza in base ad una protratta regolare permanenza. auspica il successivo passaggio verso l’attuazione del programma dell’Unione che prevede l’abolizione della Bossi-Fini e il superamento dei Centri di Permanenza Temporanea per immigrati.