Pubblicato il 12/03/10 alle 11:40:03 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
MAGISTRATURA DEMOCRATICA dovrebbe coltivare il principio di terzietà ma si esprime come un partito politico. Dichiarino apertamente l'intenzione di utilizzare la legge a fini politici, una giustizia sociale a favore di una classe e a sfavore di un'altra Alcuni magistrati si offendono quando qualcuno li definisce TOGHE ROSSE e negano oltre l’evidenza che certi magistrati siano politicizzati. Ne abbiamo due esemplari : I giudice Nicoletta Gandus, e il giudice Antonio Ingroia. La prima si è manifestata apertamente con alcune sue affermazioni contro Berlusconi che l’aveva accusata di appartenenza alle toghe rosse, e cosa dobbiamo pensare quindi dopo che ha diretto proprio il processo contro Berlusconi? A malpensare siamo certi che lo ha fatto non con lo spirito vendicativo e che in quel momento non rappresentava le legge ma il suo spirito di partito? Antonio Ingroia, altro giudice apertamente schierato del partito dei giudici rossi, che ha sempre visto in Berlusconi un nemico, e le sue affermazioni e i suoi atti lo confermano. E’ sceso in piazza a contestare Berlusconi e a chiederne le dimissioni unitamente al suo ex compagno Di Pietro.Ricordiamoci i privilegi che hanno questi magistrati, scendono in politica ma percepiscono anche lo stipendio da magistrato, e conservano il loro posto che riprenderanno al termine del mandato politico, inoltre se ricoprono ancora la carica del giudice lavorano solo poche ora al giorno, e invece di occuparsi dei processi, trovano il tempo di andare in piazza a manifestare. Parliamo anche della corrente di MAGISTRATURA DEMOCRATICA che dovrebbe coltivare il principio di terzietà ma si esprime come un partito politico. Dichiarino apertamente l'intenzione di utilizzare la legge a fini politici, una giustizia sociale a favore di una classe e a sfavore di un'altra. E' da oltre quarant'anni che l'associazione agisce come un movimento politico,tanto che nel passato MD fu definita la via giudiziaria anni Sessanta, la corrente estrema dei giudici. Ebbene oggi questi magistrati si oppongono a un governo che riformi l'ordinamento giudiziario, e cercano con tutti i loro mezzi di ostacolarne il processo di rinnovamento e i loro metodi sono sotto gli occhi di ciascun cittadino. Si inventano teoremi, assurdi,imbastiscono processi, e colpevolizzano solo su teoriche supposizioni il loro nemico, quello che vuole una legge giusta con giudici neutrali dalla politica e processi veri, veloci. A questo punto pare giusta la separazione delle carriere tra il PM e il giudice, chi fa l'accusa sia accusatore, ma chi giudica deve farlo con animo sereno senza interferenze alcune ma solo in base al suo giudizio applicando la legge. Dobbiamo essere noi Italiani a dire basta a questi tipi di magistrati politicizzati, dobbiamo essere noi a fermarli, e a chiedere che la giustizia sia amministrata da giudici con la coscienza pulita, libera da ogni coinvolgimento politico, perché ognuno di noi deve essere sicuro che se per caso dovesse essere processato abbia chi ci giudica libero e imparziale.