Pubblicato il 31/03/10 alle 12:48:34 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
OVVERO COME RADDOPPIARE LO STIPENDIO AGLI INSEGNANTI Indubbiamente le elezioni regionali hanno rafforzato il Governo Berlusconi, per questo ora si potrà dedicare alle riforme. Tra tutte, quella della scuola, dovrebbe avere un posto importante. Recentemente ho letto un libro con un titolo che diventa una vera e propria provocazione soprattutto dopo quella notizia del licenziamento di 77 insegnanti nella scuola americana del Rhode Island, la Central Falls Senior High School perchè inadempienti rispetto al loro dovere.
Si tratta di Malascuola. Ovvero: se io fossi il ministro dell'istruzione raddoppierei lo stipendio agli insegnanti (e altri rimedi meno piacevoli) edito da Piemme, l'autore è Claudio Cremaschi, preside in una scuola superiore di Bergamo. Il libro può essere non utile ma utilissimo per risolvere una buona parte degli annosi problemi della scuola italiana.
Che cosa sostiene il professore Cremaschi che le varie riforme della scuola, da D'Onofrio a Fioroni, da Berlinguer a Moratti e forse anche per finire con la Gelmini, la sensazione è che ci si occupi di questioni marginali, un gattopardesco cambiare i nomi delle cose, lasciando tutto immutato. I problemi veri non si affrontano: non si riesce, non si vuole, non si può. Per Claudio Cremaschi non si può risolvere la questione scolastica perchè la scuola è da anni un tema di scontro politico. Ma la riforma della scuola non si può rinviare più, l'allarme ormai è rosso, tutti i rapporti a cominciare dall'OCSE, segnalano che i livelli di formazione dei nostri alunni sono agli ultimi posti in Europa. E in certi casi le competenze dei docenti sono anche più basse. Anche se non bisogna esagerare come ha scritto il professore Giorgio Israel, sul livello basso della scuola italiana, certi giudizi vanno presi con una certa cautela.
Comunque sia il professore Cremaschi, da “uomo di scuola”, oltre alla denuncia fa delle proposte abbastanza interessanti. Il libro è una miniera di proposte e informazioni, analizza i modi possibili per risparmiare denaro e ridurre gli sprechi. L'obiettivo dell'operazione – scrive Cremaschi – non è la necessità di risanare il bilancio dello Stato. Non perchè non ce ne sia bisogno. Tutti i risparmi che si possono ottenere nella scuola devono servire a rendere il nostro sistema scolastico efficiente e qualificato, e questo secondo Cremaschi per evitare il declino del Paese. In pratica la riforma della scuola si potrà fare soltanto soltanto col vasto consenso di tutte le forze politiche e sociali, di tutto il Paese, ma soprattutto con chi nella scuola opera e lavora tutti i giorni. Altrimenti si faranno, come sempre, i soliti ritocchi di facciata: qualche insegnante in meno, un'ora di inglese in più, nomi nuovi per vecchie idee. Per fare una vera riforma del sistema scolastico ci vuole un largo consenso poiché la richiede pesanti ristrutturazioni e riorganizzazioni, e inevitabili sacrifici.
Il preside è convinto che qualsiasi risparmio, sacrificio e taglio che si attua nella scuola dev'essere reinvestito integralmente nell'istruzione, per migliorarne la qualità. Ma soprattutto la riforma non si fa senza il consenso e il coinvolgimento degli insegnanti. Quindi il primo obiettivo su cui investire è la riqualificazione del personale docente, a partire dall'adeguamento della retribuzione, dello status sociale e professionale. Ovviamente – continua Cremaschi – non un investimento a perdere, nessuna distribuzione a pioggia, che lasci inalterato il rapporto di lavoro, il patto perverso finora tacitamente accettato di un mezzo stipendio per un mezzo lavoro.
Per una scuola che sia vera scuola serve un corpo docente qualificato, motivato e selezionato. Non una categoria di impiegati pubblici, ma un corpo professionale che si senta investito di un ruolo fondamentale e si veda pubblicamente riconosciuto questo ruolo. Dunque il preside lancia la provocazione: primo obiettivo da conseguire, dichiarato fin dal primo capitolo è quello di raddoppiare lo stipendio agli insegnanti.
Come si possa ottenere tutto questo senza provocare lo sfascio della scuola o delle finanza pubbliche? Si possono eliminare gli sprechi cercando soluzioni intelligenti. Cremaschi opera delle simulazioni, per non restare nella teoria. Sceglie una scuola della sua città Bergamo, partendo dai dati numerici che si possono trovare sul sito internet. Prende in considerazione il numero totale degli alunni, il numero dei docenti, il personale ATA. Il primo dato globale macroscopico è che lavorano 247 operatori scolastici, su 1271 alunni, un operatore ogni 5 studenti, troppi per il professore.
Cremaschi prova ad applicare a questa scuola i criteri di razionalizzazione, viene fissato l'orario degli alunni a 30 ore effettive di 60 minuti, attualmente sono di 50 minuti. L'orario di tutti i docenti a 18 ore effettive d'insegnamento, introduciamo la settimana corta di 25 ore e il calendario lungo di 40 settimane. Eliminazione della compresenza tra gli insegnanti tecnico-pratici e i docenti della materia, un lusso che non possiamo permetterci. Infine ridefiniamo il numero medio di alunni per classe che salga da 21,3 a 24, il dato medio dell'OCSE per le scuole secondarie.
Questi “aggiustamenti” non cambiano nulla del rapporto di lavoro, non diminuiscono il tempo scuola, non innalzano il numero massimo di alunni nelle classi, per fare tutto questo secondo Cremaschi si richiede la metà dei docenti rispetto a prima. Non è una operazione teorica, ma praticabile e possibile. In questo modo, a parità di risorse, e senza riduzioni del tempo della scuola, raddoppiare lo stipendio degli insegnanti è davvero possibile.
Il preside risponde alle possibili obiezioni: la scuola proposta è un caso particolare, mentre negli altri ordini di scuola, la primaria e nella media c'è poco da tagliare.
Sono obiezioni insidiose ma Cremaschi li supera. Faccio qualche esempio: la razionalizzazione delle sedi scolastiche con l'eliminazione dei piccoli plessi, la riduzione dell'insuccesso scolastico, i risparmi gestionali conseguenti all'introduzione della settimana corta. Ancora la soppressione di molti distacchi sindacali, la modifica dei perversi meccanismi di ricerca e nomina di supplenti, che comportano enormi sprechi di tempo e di denaro...Non solo questo, tanto altro, per chi è interessato basta leggere il libro che tra l'altro sfata molti luoghi comuni come quello che per fare una buona riforma e un miglioramento della qualità scolastica ci vogliono più soldi. Cremaschi punta sull'efficienza, la capacità di ottenere i migliori risultati possibili impegnando la minor quantità possibile di risorse (persone, soldi, tempo e fatica).
Insomma l'obiettivo finale da raggiungere è il raddoppio dello stipendio degli insegnanti, quanto meno al termine della carriera. E proprio qui il divario più forte con i colleghi degli altri Paesi OCSE. Infatti la retribuzione iniziale dei docenti italiani è sostanzialmente nella media degli altri Paesi, il problema nasce durante la progressione di carriera, già dopo 15 anni ci ritroviamo agli ultimi posti, davanti solo alla Grecia. Insomma, la progressione retributiva del docente italiano è sostanzialmente piatta.