Pubblicato il 22/06/08 alle 19:24:04 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
L'accusa: complotto contro la sicurezza dello Stato
TEHERAN (21 giugno) - Cinque anni di reclusione in una sperduta località di frontiera. E' la pena inflitta a Hana Abdi, femminista iraniana di 21 anni "colpevole" di aver sostenuto la riforma delle leggi islamiche che limitano i diritti delle donne, sostegno che viene definito dai giudici di Teheran come «complotto contro la sicurezza dello Stato». Si tratta della più dura condanna finora inflitta ad un'attivista per i diritti delle donne. Due anni fa è stata lanciata una campagna per raccogliere un milione di firme per chiedere di abrogare le norme discriminatorie, che ha tra l'altro il sostegno dell'avvocatessa Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace.
La storia di Abdi. Il quotidiano Kargozaran racconta la storia di Abdi, studentessa universitaria, era stata arrestata nell'ottobre dell'anno scorso a Sanandaj, nel Kurdistan iraniano. Secondo quanto reso noto dal suo avvocato, Mohammad Sharif, è stata riconosciuta colpevole di «complotto contro la sicurezza dello Stato». Il legale ricorrerà in appello contro la sentenza. La pena a cinque anni dovrà essere scontata nella località di Garmi, nel nord-ovest dell'Iran, vicino al confine con la Turchia. Hana Abdi,
Carcere e frustate. La repressione contro il movimento femminista non ha colpito solo la Abdi. Sei mesi di reclusione con la condizionale e 10 frustrate invece per altre quattro femministe. Parvin Ardalan, scrittrice e giornalista, una delle leader del movimento per i diritti delle donne iraniane è stata condannata a due anni, anche in questo caso sospesi, dopo che, in aprile, le autorità di Teheran le avevano impedito di espatriare per andare a Stoccolma, dove avrebbe dovuto ritirare il premio Olof Palme. In carcere per un anno anche un uomo, Amir Yaqubali, arrestato mentre raccoglieva adesioni per la campagna femminista.
Le leggi contestate. Le attiviste chiedono tra l'altro la revisione delle normative riguardanti il matrimonio e il divorzio, nelle quali la posizione del marito è in larga misura privilegiata, e per la custodia dei figli, che nelle coppie separate è quasi sempre riconosciuta all'ex marito.