Omicidio Sanaa, pm chiede ergastolo per padre della marocchina uccisa
Pubblicato il 14/06/10 alle 11:39:39 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
La giovane 18enne fu accoltellata a morte alla gola perché conviveva con un ragazzo italiano Pordenone, 14 giu. (Adnkronos/Ign) - Al processo per l'omicidio di Sanaa Dafani presso il Tribunale di Pordenone il pm ha chiesto la pena dell'ergastolo per il padre El Ketaoui. L'uomo, processato con rito abbreviato, è accusato dell'omicidio della giovane di origine marocchina di 18 anni accoltellata a morte alla gola il 15 settembre 2009 in un boschetto a Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone.
El Katawi Dafani, 45 anni, lavorava come cuoco in un ristorante della città e non condivideva la relazione della figlia con Massimo De Biasio, di 31 anni, un giovane del luogo con il quale Sanaa era di recente andata a convivere. Il ragazzo è stato a sua volta ferito alle mani e all'addome dalla furia dell'uomo.
Souad Sbai, presidente delle donne marocchine in Italia, commenta così la richiesta del pm: ''Hanno chiesto la pena massima, l'ergastolo. Non era mai accaduto". "E' un fatto estremamente importante, un segnale forte di condanna della ferocia che non può avere nessuna scusa, nessun alibi di nessun tipo. Basta integralismi, basta estremismi - ha ribadito Sbai - lo Stato deve prendere in mano la comunità. Nessuna attenuante culturale e religiosa perché ciò infangherebbe il mondo arabo e islamico''.
"Per la prima volta - spiega all'ADNKRONOS Soaud Sbai parlamentare del Pdl e presidente di Acmid Donna - siamo parte civile in un processo. Non avrei mai voluto essere qui per una vicenda così dolorosa. Qui a Pordenone all'interno della comunità marocchina c'è un clima teso, molto teso, sembra essere molto controllata, un controllo che mi angoscia. Una situazione che definirei asfissiante".
"E' morta una ragazza che voleva solo integrarsi - sottolinea Soauda Sbai -, che voleva vivere in questo Paese". "Sono rammaricata di vedere ancora la pressocché totale assenza delle femministe - aggiunge Souad Sbai - se per il caso di Hina Salem non eravamo riuscite a presentarci parte civile al processo, oggi è diverso. Oggi tutta l'Italia si deve schierare dalla parte delle donne, dalla parte di Sanaa".
"Violenze inaudite come quella commessa sulla povera Sanaa devono potersi considerare come un capitolo chiuso - sottolinea la deputata - un capitolo su cui tutti siamo chiamati a riflettere. La segregazione e la violenza devono essere sradicate dalle comunità in cui ancora vige la legge non scritta dell'obbedienza a tradizioni, usanze e regole inaccettabili. L'unica legge in vigore a Pordenone, come nel resto del nostro Paese, - conclude - è quella italiana"
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Imbarazzante!
Scritto il 14/06/10 alle 22:36:53 GMT pubblicato da Anonimo
A Pordenone è in vigore la legge. In Italia esiste ancora la GIUSTIZIA... L'ergastolo è il minimo che si merita un extraumanitario come questo! Armando