Pubblicato il 20/06/10 alle 17:46:53 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Schifani: serve cooperazione europea. Convegno a Palazzo Rospigliosi per la giornata mondiale del rifugiato celebrata con l'illuminazione del Colosseo ROMA - Nella Capitale la Giornata mondiale del rifugiato è ricordata con il Colosseo illuminato a partire dalle 20,30. A New York, gli ultimi 30 piani dell'Empire State Building saranno illuminati con il blu delle Nazioni Unite e a Shangai, presso il padiglione delle Nazioni Unite dell'Expo, sarà ospitata una mostra fotografica sulle storie degli «invisibili». I dati dell'Unhcr (Agenzia dell'Onu per i Rifugiati) presentati oggi a palazzo Rospigliosi dimostrano come in Italia l'integrazione è molto bassa e le richieste d'asilo sono dimezzate rispetto all'anno precedente. Laurence Jolles, delegato Unhcr per il sud Europa ha detto: «In Italia ci sono pochi rifugiati, il motivo è l'accoglienza inadeguata». E Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr: «L’Italia non rispetta le regole dei respingimenti». Al convegno dal titolo: «La casa come luogo di accoglienza» è intervenuto Enaiatollah, un ragazzo afghano arrivato in Italia da 5 anni (dopo che altrettanti li aveva trascorsi in fuga) adottato da una famiglia di Torino.
Enaiatollah racconta la sua storia scritta nel libro «Nel mare ci sono i coccodrilli» (Foto Reuters)
LA STORIA DI UN VIAGGIO-ODISSEA - Il viaggio di Enaiatollah è cominciato in Afghanistan, quando era un bambino di 10 anni. La madre lo aveva mandato in Pakistan in un «tragico atto d'amore» perchè nel paese dove vivevano il ragazzo era considerato il risarcimento per un carico andato disperso nell'incidente nel quale il padre era rimasto ammazzato. Si è fermato «in Iran, in Turchia, in Grecia», elenca. «In ognuno di questi Paesi sarei rimasto, ma purtroppo non dipendeva da me. Non avevo documenti, non potevo neanche curarmi e quindi ero sempre obbligato a spostarmi». Entrare in un Paese da clandestino, dice per averlo sperimentato, «è come entrare in una casa come un ladro: se il proprietario ti vede ti spara». Quando con i suoi compagni di viaggio è arrivato in Grecia sperava di rimanere. «Ho pensato che la mia vita sarebbe stata migliore: ero in Europa. Ma gli altri mi dicevano questo è solo un corridoio dell'Europa». Ha dormito per giorni in un parco, poi si è imbarcato di nuovo: «sono salto su una nave senza sapere dove stava andando. Poi dopo due ore ho scoperto che ero in Italia. Per fortuna». La sua fortuna è stata avere imparato l'italiano, essere in affidamento presso un famiglia, con un «fratello» di 16 anni, italiano. Ora Enaiatollah studia alla scuola serale, lavora come mediatore e assiste un disabile. La sua odissea è finita in un libro, «Nel mare ci sono i coccodrilli», scritto con Fabio Geda a Torino, la sua nuova casa. [...]