Mi hanno rotto un braccio perchè le mie figlie non portano il velo
Pubblicato il 20/06/10 alle 17:51:55 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Cecina, "L’imam mi ha fatto picchiare perché le mie figlie non portano il velo" Hassan Filahi, 49 anni, leader islamico di Cecina accusa: "Mi hanno rotto un braccio perchè le mie figlie non portano il velo". L'imam Abdelghani Bouchari replica: "Falsità" CECINA. «Prima ci hanno minacciati poi mi hanno rotto un braccio. Ma le mie figlie non vogliono portare il velo e io non mi sottometto». E' grave l'accusa lanciata da Hassan Filahi, 49 anni, marocchino, nei confronti di alcuni suoi connazionali. Tra questi, anche alcuni imam livornesi. Uno in particolare, Abdelghani Bouchari.
Il quale replica: «E' tutto falso». Hassan Filahi mostra il polso sinistro ancora fasciato e una serie di certificati medici per un totale di 37 giorni. E mostra un altro pacco di fogli. Sono tre denunce, due ai carabinieri e una alla polizia.
«I miei amici mi hanno sconsigliato perché sono presidente dell'Associazione islamica di Cecina - dice Filahi - ma stavolta vado fino in fondo». «Tutto cominciò due anni fa - dice Filahi - quando mia moglie Malika e le mie figlie Sara e Imane andarono a fare la spesa al centro commerciale della Vallescaja (a sud di Cecina, ndr). Incontrarono quattro marocchini che le minacciarono in arabo dicendo che le donne senza velo sono puttane. Aggiunsero anche che se non lo avessero indossato le avrebbero sfregiate. E dissero che erano stati mandati dall'imam Abdelghani Bouchari».
Un mese dopo, nell'ottobre 2008, un nuovo episodio: «Mia moglie e le mie figlie erano al mercato di Cecina - spiega Filahi - quando gli stessi quattro della volta precedente più un quinto le minacciarono di nuovo, nello stesso modo. E aggiunsero di ritirare alla svelta la denuncia». Il quinto, dice Filahi, era l'imam Abdelghani.
Terzo episodio la sera del 4 marzo 2009 al supermercato Lidl di Cecina. Stesse parole, stesso invito a ritirare la denuncia. Stavolta era presente tutta la famiglia Filahi, compreso Hassan: «Io dissi che avrei chiamato i carabinieri e un certo Rachid mi prese per un braccio, consigliandomi di stare calmo. E anche in quell'occasione c'era l'imam Abdelghani».
E siamo al 15 maggio scorso, quarto episodio raccontato da Filahi: «Ero in via della Magona e stavo attraversando la strada con mio figlio quando per poco una Ford Galaxy non ci investe. Dal finestrino un marocchino mi urla di togliere la denuncia, dice di essere stato mandato da tre imam di Livorno tra cui Abdelghani, poi scende e mi colpisce con il cric alla spalla destra e al polso sinistro. Per fortuna passa un altro connazionale che blocca il mio aggressore e lo consegna alla polizia, intervenuta con una volante. Lui dopo quell'episodio è scappato in Marocco, ma io l'ho raggiunto e denunciato alla polizia marocchina. So che tramite lui sono risaliti a un gruppo di estremisti».
«Tutte bugie - replica l'imam livornese Abdelghani Bouchari - Filahi è solo uno che vuole mettersi in mostra. Secondo voi io vado a Cecina a minacciare le figlie di Filahi perché non indossano il velo? Sì, so che Filahi è andato in Marocco a dire che noi siamo collegati con Al Qaeda. Ma so anche che gli hanno dato una bella lezione. Quale? Non posso dirvelo».