Una nostra cronista, calatasi nei panni di «Myriam Sputtin», ucraina senza permesso di soggiorno, ha contattato le istituzioni scolastiche. Risultato: accolta a braccia aperte, invece di essere denunciata trova subito il posto, scavalcando gli altri in graduatoria e non versando la quota, pagata invece dalle famiglie regolari.
...Continuo a chiamare e mi accerto ulteriormente. E alla fine scopro che io, clandestina, ho diritto, visto che non ho reddito, non ho lavoro, casa e quant’altro, anche alla eventuale esenzione della quota fissa d’iscrizione (che ruota intorno ai diciotto euro). Chi invece lavora e possiede un reddito familiare superiore ai 35mila euro, l’iscrizione la paga, i buoni pasto anche. E soprattutto non ha diritto ad alcun punteggio. Zero punti in graduatoria.
Dunque, riassumendo, mi ripresento: sono Myriam Sputtin. Sono ucraina. Sono una clandestina. Non possiedo documenti e foglio di soggiorno. Ho a carico un figlio di appena tre anni e senza nessuna fatica, nell’arco di pochi minuti, l’ho già sistemato in un asilo comunale genovese. Ho cinque punti di accredito, diverse agevolazioni e non pago l’iscrizione. Non è male alla fine quest’Italia!!