Il primo premio alla D’Addario: ottiene l'autorizzazione edilizia
Pubblicato il 25/06/10 alle 14:24:17 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Una pratica giacente da molti decenni in quanto irregolare, diventa improvvisamente "regolare" per gentile concessione di un sindaco di sinistra Per sbloccare la pratica che le permetterebbe di costruire il residence dei suoi sogni le aveva tentate tutte, a cominciare dalla notte con il premier. Il Comune di Bari ha concesso la prima autorizzazione edilizia Roma - Un premio alla guêpière. Alla fine ha vinto lei, Patrizia D’Addario, la escort più famosa del mondo, quella che ha fatto traballare il Palazzo, sbriciolare un matrimonio, alimentare sospetti e pruderie; quella che ha azionato il tasto «rec» per confezionarsi prove, per mesi diventata icona di sinistra perché in grado, si pensava, di far sloggiare Berlusconi da Palazzo Chigi; quell’arma biondo platino e dalle curve sinuose, spunto per la tiritera delle dieci domande e del premier sultano; quella regina del gossip diventata perfino star, flash al festival di Venezia, un libro, un cd, sfilate e serate à gogo, alla fine ce l’ha fatta.
Ha trionfato visto che ha sempre detto di aver fatto quello che ha fatto soltanto per un’«oliata». Voleva superare l’ostacolo di una pratica edilizia che non c’era verso di sbloccare: adesso quella barriera non c’è più. Il comune di Bari, retto dal piddino Michel Emiliano, ha sciolto le riserve: via libera alla pratica D’Addario.
Accompagnatrice d’alto bordo reinventatasi imprenditrice col pallino di fare l’albergatrice, la signora era rimasta impigliata negli ingranaggi della burocrazia del capoluogo pugliese. Un terreno di periferia, un rustico, l’ossessione di costruire un residence. Ma il suo fascicolo rimaneva lì, bloccato, privo del timbro perché senza permessi giusti. Gli uffici comunali le sbattevano in faccia «niet» uno via l’altro: progetto non in sintonia con il piano regolatore.
Trafile con gli architetti, scadenze, altre richieste e altri intoppi: niente da fare, se non si può non si può. È stato così che, a differenza di un signor Bianchi o Rossi, la signora D’Addario ha scelto la scorciatoia, l’aiutino, il jolly. Disse più volte che ne aveva parlato anche a Berlusconi e, a fronte di una rassicurazione che poi non è arrivata mai, ha deciso il piano B: vuotare il sacco, raccontare, sputtanare, vendicarsi. Le serate a palazzo Grazioli, la combriccola Tarantini, le foto scattate in bagno e i nastri su cui registrare tutto. Da sbobinare al mondo intero qualora il via libera alla cazzuola non fosse arrivato. Sarà putiferio. E putiferio è stato. [...]