Pubblicato il 07/09/08 alle 10:47:24 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Questore e prefetto volevano rimpatriare un polacco, il giudice li blocca
Ventiduenne accusato di 7 furti in 10 mesi era considerato «incompatibile con la sicura convivenza» Ma per il tribunale non è pericoloso Il giovane ha scontato la pena e doveva lasciare il Paese in base alle nuove disposizioni sui comunitari.
Doveva essere espulso, invece è stato rimesso in libertà in Italia. Un cittadino polacco, Grzegorz Biskup di 22 anni, pregiudicato, appena uscito dal carcere, considerato dal questore Carmine Damiano e dal prefetto Vittorio Capocelli «incompatibile con la civile e sicura convivenza» e per questo destinato a essere portato al confine, è stato rilasciato dal giudice che non lo ha ritenuto socialmente pericoloso.
Una vicenda complicata che rischia di sollevare una valanga di polemiche e che riguarda la normativa sui poteri di espellere dal territorio nazionale anche i cittadini che fanno parte della Comunità Europea considerati «pericolosi». Così era stato considerato, almeno in un primo momento, anche il polacco Grzegorz Biskup uscito dal carcere di Santa Bona da appena due giorni.
Nonostante i suoi 22 anni, il giovane è risultato colpevole di sette furti commessi in dieci mesi; ha inoltre accumulato quattro condanne e tre precedenti di polizia. L’ultima volta è finito in carcere dopo aver svaligiato «su commissione» un negozio in un centro commerciale a Mareno di Piave e aver patteggiato una pena a nove mesi. Un curriculum, il suo, che aveva convinto il prefetto Vittorio Capocelli e il questore Carmine Damiano a emettere nei confronti del polacco un «provvedimento immediato di allontamento dal territorio nazionale». Il giovane non solo ha precedenti penali, ma nemmeno fonti di sostentamento dichiarate, né un contratto di lavoro, né una dimora autonoma, né è ospite di amici e parenti. Per il prefetto e il questore, Biskup nonostante faccia parte della Comunità Europea (ambito in cui è consentità la libera circolazione), è pertanto da considerare «pericoloso» e dunque andava espulso.
Ma ieri in tarda mattinata c’è stato il colpo di scena. Il provvedimento amministrativo firmato da Capocelli e Damiano, infatti, per essere valido deve essere convalidato da un giudice. Ma così non è avvenuto. Uscito dal Santa Bona, Grzegorz Biskup ha trovato ad attenderlo due poliziotti della Questura con in mano il documento che disponeva l’espulsione immediata e la comunicazione che per il giovane polacco c’era già pronto un posto su un volo in partenza da Milano nel pomeriggio. Ma la sua posizione, nel giro di un’ora, si è capovolta. Il giudice Francesco Giuliano quando si è trovato davanti il provvedimento, non ha ritenuto di convalidarlo. Motivo? Il ragazzo polacco non è da ritenere «pericoloso socialmente», condizione indispensabile per limitare la circolazione di uomini comunitari. Ossia, ha sì commesso reati, ma contro il patrimonio (i furti) e non contro la persona, tali pertanto da giustificare un provvedimento così definitivo. «Il giudice correttamente ha applicato la normativa - ha spiegato l’avvocato Stefania Bertoldi legale del giovane - la legge parla chiaro: la condizione per l’espulsione è che la sua presenza sia da ritenere incompatibile con la civile e sicura convivenza. I reati commessi da Biskup non giustificano un’espulsione immediata perché si trattava di reati contro il patrimonio e non contro la persona».
E’ SOLO UN LADRO: ESPULSIONE NEGATA | 1 commento | Registrati
La responsabilità dei commenti è dei rispettivi autori. Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli.
E' proprio necessario
Scritto il 07/09/08 alle 15:09:56 GMT pubblicato da giuliana
massacrare di botte gli italiani per essere considerati degni di espulsione? Come mai nessuno va mai a rubare a casa dei giudici? Bisogna rimediare subito al vuoto legislativo, ministro Alfano! Proponga che il giudice sia clemente fino in fondo, ma soprattutto lo sia a sue spese rifondendo personalmente i danni alle vittime e ospitando presso di sè i clandestini assolti. Vedremo se le leggi le interpreterà ancora o se improvvisamente le applicherà.