Pakistan, orrore anti cristiano: stuprate due bambine cattoliche
Pubblicato il 14/10/10 alle 12:03:08 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Una dodicenne e una tredicenne violentate da estremisti islamici. Una è morta, l'altra è incinta ed è ora sotto prezione CITTA’ DEL VATICANO (13 ottobre) - Una notizia diffusa dall’agenzia vaticana Fides a proposito della brutalità cui sono soggetti i cristiani nei Paesi a maggioranza islamica sta scuotendo il Sinodo in corso sul Medio Oriente. L’ennesimo episodio di odio inter-religioso è avvenuto in Pakistan, dove da qualche anno in qua, la cappa sulla piccola comunità cattolica si è fatta pesantissima. Non sono bastati i villaggi bruciati, le minacce, i preti malmenati, diversi fedeli incarcerati. Ora la peggio è toccata a due bambine di appena 12 anni, entrambe violentate da un branco di estremisti islamici. Uno stupro bestiale che è costato la vita a Lubna Masih, di Rawalpindi.
L’altra ragazzina, Kiran Nayyaz, 13enne di Faisalabad, invece, ora è incinta ed è posta sotto la protezione della Chiesa cattolica locale. La comunità cristiana in Pakistan è sotto shock. Gli abusi sulle donne cristiane aumentano in modo preoccupante, nell’indifferenza della polizia. Lo hanno fatto filtrare delle fonti pachistane a Fides nel tentativo di fare conoscere a Roma le brutalità cui sono sottoposti i cristiani. Il 27 settembre, alle 6.30 del mattino, Lubna è uscita di casa per comprare il latte. Un gruppo di cinque giovani musulmani l’ha bloccata e costretta con la forza a salire su un’auto allontanatasi velocemente.
La ragazza ha gridato disperatamente ma nessuno l’ha sentita o si è mosso per aiutarla. E’ stata portata nei pressi del cimitero di Dhoke Ellahi Buksh, dove è stata violentata per ore a turno e poi uccisa. Il suo corpo è stato abbandonato tra cumuli di immondizia. Alcune ore dopo, alcuni passanti hanno chiamato la polizia, che ha constatato il decesso senza muovere un dito. I genitori di Lubna sono talmente terrorizzati da non voler nemmeno sporgere denuncia nè rilasciare alcuna dichiarazione ufficiale. Increduli e sgomenti per il dolore – raccontano fonti locali a Fides – «pensano solo ad abbandonare la città e rifarsi una vita altrove». [...]