Pubblicato il 05/11/10 alle 20:10:39 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
l desiderio del Professore sarebbe il posto di segretario dell'Onu. Con un occhio al Quirinale Altro che sindaco di Bologna come premio di consolazione di fine carriera. A Romano Prodi, che ha appena rifiutato l'offerta del centrosinistra per guidare la sua città, soltanto la poltrona del Quirinale potrebbe distoglierlo dal desiderio inconfessabile di scalare le Nazioni Unite. Dove potrebbe tentare di succedere all'attuale segretario Ban Ki-Moon con la spinta della Cina, dei paesi africani, di alcuni paesi europei e anche di una parte dell'establishment statunitense.
Prodi non intende lasciare la scena, tutt'altro. Al massimo, come ha dichiarato, non è interessato alla politica attiva in Italia, paese che ama ma che lo ha deluso. E per questo anziché andare in pensione come si augura l'intero Pd, si è trasformato in globetrotter e si sta costruendo un profilo globale in grado di fargli raggiungere una meta impensabile per un politico italiano.
Non per lui abituato a vincere le sfide impossibili come quella di battere per due volte Silvio Berlusconi con un'armata Brancaleone. I segnali di quello che sta facendo sono sotto gli occhi di tutti ma fino a qualche giorno fa non erano stati colti da nessuno. Neppure nella sua città.
Dopo la rinuncia della candidatura a sindaco di Bologna, da parte del favoritissimo Maurizio Cevenini e la chiamata alle armi da parte di un Pd disperato e a rischio sconfitta nella città simbolo della sinistra, il professore ha fatto trapelare qualcosa. Non pubblicamente ma all'interno della sua più stretta cerchia alla quale doveva qualche spiegazione; così, a mezza voce iniziano a far notare che effettivamente adesso il profilo di Prodi è troppo internazionale per fermarsi a Bologna. E che basta guardare il suo curriculum per capire che al capoluogo emiliano preferirebbe la grande mela, magari un palazzo sull'East river.
I segnali, anche se lui non confermerà neppure sotto tortura, ci sono tutti. Basta guardare come si è rimesso in marcia, a partire dal primo incarico accettato dopo la caduta del suo ultimo governo come presidente del Gruppo di lavoro Onu-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping. E poi dai cicli di lezioni che sta facendo nelle università statunitensi, l'ultimo alla Brown University di Rhode Island e in quelle cinesi come la Chinese Academy of Governance di Pechino e la China Europe international business school di Shangai.
Naturalmente un obiettivo così importante non si può sbandierare ai quattro venti e la portavoce del professore Sandra Zampa sta facendo un duro lavoro per tenere a freno le voci. Voci che, anche queste non confermabili, ammettono da parte dell'ex premier una sola eccezione alle sue aspirazioni internazionali, quella di salire al colle più importante del paese. Se nel 2013 dovesse vincere il centrosinistra che poi potrebbe fare un gesto riparatore dei due tradimenti che gli ha fatto subire.