Chiedo asilo politico in Svezia poichè l'Italia impone il crocifisso
Pubblicato il 27/11/10 alle 11:57:41 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Ennio Montesi «Chiedo asilo politico per gravi discriminazioni e persecuzioni religiose-politiche di presunta matrice razzista cattolica-fascista contro la mia persona, da parte del Governo Italiano» È quanto si legge nella richiesta di asilo politico che lo scrittore Ennio Montesi, ha inoltrato il 23.11.2010 a Fredrik Reinfeldt, primo ministro del Governo svedese a Stoccolma, a Ruth Jacoby, ambasciatore di Svezia a Roma e per conoscenza a José Manuel Durão Barroso, presidente della Commissione Europea di Bruxelles, a Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, a Jean-Claude Trichet, presidente della BCE, Banca Centrale Europea di Francoforte e a Ban Ki-moon. segretario generale della Nazioni Unite di New York.
Ennio Montesi, autore dell’ultimo libro “Racconti per non impazzire” Mursia Editore, incalza nel dettagliato documento: «Il simbolo religioso-politico e di morte del “crocifisso” della religione o setta Cristiano-cattolica è affisso sulle pareti interne di molti edifici preposti a strutture pubbliche appartenenti o in uso allo Stato Italiano. Di conseguenza il Governo Italiano mi impone di fatto, poiché non viene rimosso, tale simbolo religioso-politico e di morte del crocifisso dello Stato straniero teocratico dittatoriale del Vaticano, simbolo con il quale non mi identifico e tanto meno mi identifico in tali organizzazioni religiose o congreghe non essendo io suddito della setta fondamentalista denominata “Chiesa cattolica” e non essendo io cittadino dello straniero Stato dittatoriale del Vaticano, ed essendo io sbattezzato.».
Il caso ebbe inizio a seguito dell’imposizione del crocifisso che fu imposto a Montesi il 16/09/2010 data in cui venne ricoverato per alcuni giorni presso il reparto di chirurgia generale dell’Ospedale di Jesi, in viale della Vittoria, facente parte della Azienda Sanitaria Unica Regionale n. 5. In quella circostanza Montesi chiese la rimozione del crocifisso dalla propria stanza ma il simbolo non venne rimosso [...]