Assange cuor di leone è un codardo di fronte a Islam, Cina e Russia
Pubblicato il 14/12/10 alle 13:14:51 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
E' uno dei penosi prodotti dell’Occidente postmoderno. Ricorda la moralità di quegli scioccanti artisti occidentali che fanno caricature a costo zero della Cristianità in nome del sacrosanto principio della libertà d’espressione ma che, nel giro di un nano-secondo, sono pronti ad autocensurarsi ogni volta che l’Islam darebbe loro un ben più largo ventaglio di ragioni per manifestare il loro laico disprezzo. Wikileaks è l’equivalente giornalistico dell’esposizione del “Cristo di Piscio” per il mondo dell’arte contemporanea – ovvero un repellente promemoria sulla codarda selettività di questi maneggioni offensivi e irriverenti (shock-jock huckster).
Julian Assange è senza principi. Dà l’impressione di pensare che divulgare comunicati segreti serva a mostrare che il vasto complesso militar-industriale-finanziario di destra sta danneggiando la popolazione più ricca e libera nella storia della Civiltà Occidentale o dell'intero mondo globalizzato – quello stesso mondo che negli ultimi vent’anni ha fatto più di quanto non sia mai avvenuto in tutta la storia conosciuta per eliminare la povertà e diffondere la libertà.
Ma sappiamo dal Climategate che gli scienziati ecologisti presenti sul Pianeta sono in tutto e per tutto conniventi, gretti e meschini come un qualunque diplomatico americano. Mi piacerebbe conoscere i carteggi riservati che girano tra gli agenti, i produttori e i finanziatori di Hollywood, per capire i reali criteri che hanno portato alle sceneggiature di successi da botteghino come “Redacted” e “Rendition”, in che maniera sono stati selezionati i cast, come sono stati finanziati e girati. Forse per ricalibrare il livello di spontaneità e onestà tra i nostri agitatori di folle potremmo andarci a leggere i verbali delle commissioni di docenza di Harvard o Yale, un po’ di corrispondenza dagli adulatori di George Soros, o le comunicazioni del Segretario Generale delle Nazioni Unite – o, ancora meglio, le trascrizioni delle e-mail decriptate che si sono scambiati i membri dello staff di WikiLeaks.
Apparentemente Assange pensa che la riservatezza sia esclusivamente una prerogativa delle sospette classi dirigenti occidentali, mentre i dissidenti sono per loro natura imbevuti di “Verità”. Ma se un uomo non riesce nemmeno ad essere onesto con una donna in un momento di intimità, quando mai potrà esserlo? – oops, non ci si dovrebbe avventurare in giudizi sulla base del gossip e delle allusioni in stile Assange; sarebbe opportuno aspettare fino a quando il sospettato non avrà ascoltato il suo verdetto in tribunale.
Assange, poi, è anche puerile. Come qualche sbruffone riciclato di sessantottino con la sua filosofia del "esprimi-sempre-tutti-i-tuoi-sentimenti", dà l’idea di credere che la trasparenza al massimo grado sia uguale all'onestà, senza che gli passi minimamente per la testa che la verità è il prodotto finale, il risultato, di una combinazione di auto-riflessione, auto-critica e introspezione. Questi dispacci contengono gossip grezzo, impressioni ancora acerbe, insinuazioni, ingiurie fai-da-te, colpi alla cieca e arguzie, fatte da sedicenti diplomatici apparentemente parchi e giudiziosi. Ancora, penetrando in medias res dentro conversazioni di tal pasta, i dispacci mandano la verità in cortocircuito piuttosto che farla emergere. [...]