Pubblicato il 11/01/11 alle 15:32:44 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
"Troppi arrivi, rischio conflitto etnico. Diciamo no ai centomila nuovi arrivi previsti dal nuovo decreto flussi. Si rischia una guerra tra poveri La fondazione Migrantes: "Il decreto fatica a rispondere alla necessità di un incontro tra domanda e offerta di lavoro". Il vicesindaco di Milano De Corato: "Smontati i buonismi. Quando i numeri diventano ingovernabili la deriva si chiama xenofobia e razzismo"
Milano - Centomila nuovi stranieri nel Veneto - quelli che potrebbero arrivare col nuovo decreto flussi - sono una bomba a orologeria. C'è il rischio di alimentare la piaga del lavoro nero scatenando una pericolosa guerra tra poveri. A lanciare l'allarme, creando non pochi imbarazzi a sinistra - ma non solo - è la Caritas di Venezia, come riportato oggi da un quotidiano. Don Dino Pistolato, direttore della Caritas del capoluogo veneto, fa sapere che in una situazione economica difficile come quella attuale sarebbe meglio dire "no al nuovo decreto flussi". La forte - e per certi versi sorprendente - presa di posizione parte da una constatazione numerica: con centomila stranieri in più rischieremmo di appesantire una situazione tutt'altro che rosea. E il rischio sarebbe quello di "aprire un conflitto etnico e umano". Una guerra tra poveri pericolosissima. Da Roma il direttore della Fondazione Migrantes (promossa dalla Cei), monsignor Giancarlo Perego, smorza un po' i toni. Anche se non fa mancare la sua critica al governo. Abbiamo cercato di approfondire l'argomento contattando alcuni autorevoli esponenti che gravitano nell'area cattolica, insieme ad altri che sono impegnati nel sociale. Ma ovunque ci è parso di cogliere un forte imbarazzo. Da Venezia a Roma le uniche risposte che ci sono state date sono queste: "Richiami domani", "mi scusi devo approfondire la notizia" o addirittura "non ho ancora letto i dati, non so risponderle".
Poi la Caritas precisa Resosi conto della clamorosa portata della notizia don Pistolato "a scanso di interpretazioni malsane" precisa il governo provveda a sanare la posizione degli immigrati presenti sul territorio, che vivono in condizioni di estrema precarietà a causa della crisi. Non sostengo, come qualcuno mi vorrebbe far dire, che sono per il rimpatrio degli immigrati, a seguito della crisi occupazionale, ma proprio il contrario: bisogna accogliere gli extracomunitari in condizioni di dignità e questo non si può fare con l’arrivo di 100 mila stranieri anche perché abbiamo tanti immigrati che hanno perso il lavoro le cui famiglie si disgregano per colpa dei rimpatri". [...]