Pubblicato il 17/02/11 alle 09:49:54 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Gheddafi aveva chiesto 5 miliardi di euro all’Ue, per «fermare» i clandestini altrimenti «un altro continente si riverserà in Europa» [...] L’allarme ci riguarda da vicino. Se crollasse il regime, come in Tunisia ed Egitto, la Libia potrebbe ridiventare il principale punto di partenza dei clandestini di mezza Africa verso l’Italia e l’Europa. Bengasi è la seconda città libica, nel nord est del paese, storica roccaforte anti Gheddafi, fin dal colpo di stato del 1969 che lo portò al potere. Sembra che la scintilla delle manifestazioni di protesta sia stato l’arresto di Fathi Tarbal, attivista dei diritti umani che da sempre si batte per rendere giustizia ai 1.200 prigionieri del carcere di Abu Salim a Tripoli massacrati nel 1996. Molti parenti delle vittime vivono a Bengasi e sono scesi in piazza per protesta. Il vento di rivolta che soffia dalla vicina Tunisia e dall’Egitto ha fatto il resto. L’attivista dei diritti umani sarebbe stato rilasciato, ma la folla è rimasta in piazza e sono scoppiati gli incidenti. Delle immagini girate con un telefonino fanno vedere i manifestanti che urlano contro il regime. Poi si sente una fitta sparatoria. E subito dopo un giovane insanguinato e privo di sensi viene portato via a braccia. [...]
Dal 5 febbraio circola su internet l’appello per la «giornata della collera» convocata oggi per «mettere da parte Gheddafi, tutti i membri della sua famiglia e avviare le riforme». Tra i firmatari dell’appello ci sono gruppi d’opposizione rifugiati all’estero o clandestini come il partito Repubblicano per la democrazia e la giustizia sociale, il Fronte nazionale per la salvezza della Libia ed il Movimento islamico.
La destabilizzazione della Libia rischia di riaprire il flusso di clandestini vero l’Italia. Lo stesso Gheddafi, pochi mesi fa, aveva chiesto 5 miliardi di euro all’Ue, per «fermare» i clandestini altrimenti «un altro continente si riverserà in Europa». Da Bruxelles, l’europarlamentare del Pdl, Marco Scurria, teme che «le sommosse popolari di questi giorni in Tunisia, Egitto e da ieri anche in Libia» possano riversare «altre decine di migliaia di profughi sulle coste siciliane». Lunedì scorso si è riunito al Viminale il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Nessuno avrebbe incolpato il governo libico di tramare per favorire i nuovi arrivi dei clandestini, come ha scritto ieri Repubblica. I nostri servizi segreti, invece, temono «un esodo (verso l’Italia nda) di proporzioni difficilmente sostenibili», se il regime libico venisse travolto come quello in Tunisia ed Egitto.