De Benedetti sempre in cattedra: ora vuole Prodi al Quirinale
Pubblicato il 04/03/11 alle 16:21:24 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Dopo aver "lanciato" Monti a Palazzo Chigi, ora è il turno di Prodi. Decidere a tavolino il futuro dell'Italia è l'ultima spiaggia di chi non ha né leader né voti Alla fine dei giochi si arriva sempre allo stesso punto. Il futuro della sinistra è nella mani di una classe dirigente obsoleta, oligarchica, e malata di anti popolarismo. Una sinistra per cui la politica è un gioco di società. Una sorta di mix tra Monopoli, Risiko e una spruzzata di Grande Fratello, quest’ultimo tanto per dare un’idea di televoto. I governi andrebbero progettati a tavolino, quel carrarmatino lo metto qui, quell’altro lì. Tipo «Monty Pithon» a Palazzo Chigi e al posto di quel tentennatore di Napolitano, che ancora si fa scrupoli istituzionali, si catapulta il sempreverde Prodi al Quirinale.
L’espresso ha già lanciato la campagna elettorale. Poi ai ministri ci pensa Eugenio Scalfari. Come bestemmiava D’Alema ieri sera a Montecitorio: «Aspetto l’editoriale di Repubblica di domenica per sapere chi sarà il mio nuovo candidato». Il presidente del Copasir non ha gradito la mossa di De Benedetti, soprattutto perché l’ingegnere continua a dire che tutti i nomi sono concordati con lui. A D’Alema questa democrazia tra pochi intimi non dispiace. È un po’ come tornare al vecchio Pcus, il comitato centrale sceglie l’uomo del destino, e poi si chiede al popolo di controfirmare pro forma. Solo che non ha ancora avuto il coraggio di dire a Bersani: amico mio, sei in nomination. Qualsiasi cosa accada sarai sempre un segretario precario.