Islam e ''odio razziale'': scarcerati i sei marocchini
Pubblicato il 17/03/11 alle 20:39:11 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Una frase aveva fatto scattare l'interesse degli investigatori: «Punire il Papa per aver convertito al cristianesimo Magdi Allam». Per gli investigatori si trattava di farneticazioni, non c'era un progetto di attentato vero e proprio Erano stati arrestati lo scorso 25 febbraio con l'accusa di istigazione all'odio e alla discriminazione razziale, ma il tribunale del riesame ha accolto il ricorso dei legali e le misure nei confronti dei sei cittadini marocchini sono diventate decisamente meno restrittive. Nei confronti di Lahoucine Hoummadi, predicatore della moschea di Montichiari, i giudici del riesame hanno disposto l'obbligo di dimora, ma il 42enne resta comunque in carcere perchè era detenuto per altri reati, per molestie nei confronti della figlia della consorte. Agli altri cinque cittadini marocchini gli uomini della Digos avevano notificato un'ordinanza di custodia ai domiciliari: per due i giudici del riesame hanno disposto l'obbligo di dimora, mentre per i rimanenti tre è stata disposta la scarcerazione. AI SEI CITTADINI marocchini gli investigatori, coordinati dalla Direzione distrettuale antiterrorismo della procura di Brescia, erano arrivati dopo l'arresto di Lahoucine Hoummadi, residente a Montichiari in via Mantova 241, esponente dell'associazione «Makkia». Nell'ottobre del 2009 il predicatore era stato arrestato per molestie sulla figlia della consorte; nascosto nella fodera del cappotto del musulmano gli investigatori avevano trovato un taccuino su cui erano annotati i verbali degli incontri del gruppo «Giustizia e carità» a cui i marocchini, secondo le accuse, avrebbero preso parte. In una trentina di pagine, scritte in arabo, erano stati messi nero su bianco gli appunti presi durante gli incontri e anche molti propositi emersi durante le riunioni. Una frase aveva fatto scattare l'interesse degli investigatori: «Punire il Papa per aver convertito al cristianesimo Magdi Allam». Per gli investigatori si trattava di farneticazioni, non c'era un progetto di attentato vero e proprio, ma qualche giorno dopo, l'8 novembre, Brescia ospitava la visita di papa Benedetto XVI. I sei non sono stati accusati di terrorismo, ma tra gli appunti e, grazie alle collaborazione di una donna legata a uno dei membri del gruppo, è emerso un comportamento in violazione dell'articolo 3 comma terzo della legge Mancino, cioè istigazione alla violenza e all'odio razziale.W.P.