La rabbia e l’oltraggio: una moschea a casa Fallaci
Pubblicato il 08/04/11 alle 21:36:37 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Ci hanno impiegato poco, meno di tre anni, i musulmani per conquistare il paese di Oriana Fallaci. A Greve in Chianti, luogo di nascita della scrittrice scomparsa, si pianta la bandiera di Allah Dove un tempo sventolava la bandiera rossa, il sindaco ex pci Alberto Bencistà ha proposto di concedere uno spazio dove pregare alla comunità islamica locale. Lunedì scorso la giunta comunale, tutta formata di esponenti del Pd, ha approvato all’unanimità il progetto che tuttavia il primo cittadino grevigiano tiene ancora nel cassetto «Sarà reso noto soltanto dopo che saranno stati informati i capigruppo e dopo che avrò portato a conoscenza l’intero consiglio comunale nell’assise del 20 aprile. Soltanto allora si saprà quale sia la mia idea», dichiara.
Su Libero, il 17 novembre 2009, aveva anticipato precisi limiti: «La moschea? No, assolutamente. E poi occorrerà affrontare il ruolo della donna nella nostra e nella loro tradizione».
Anche ora, pare, a Greve non dovrebbe sorgere una moschea munita di minareto. Piuttosto, da quanto trapela si tratterebbe di una stanza polivalente, destinata non esclusivamente alla preghiera.
Il modello da ricalcare appare quello del centro civico di Strada in Chianti, condiviso da diverse associazioni. Magari si richiederanno garanzie e assicurazioni e chi la utilizza sarà responsabile di quanto accade all’interno. Nulla di diverso da quanto accade con gli altri spazi pubblici.
Si saranno resi conto del pericolo che il luogo di culto si trasformi in un territorio sottoposto alla sharia? Alla fine di gennaio, il Comitato per l’Islam del ministero dell’Interno aveva avvertito che «non può essere sottovalutata l’esistenza di alcune pretese di extraterritorialità, che in alcuni strati minoritari della popolazione islamica coincidono con l’adesione alla dottrina, propria del diritto sharaitico più antico, che impone una rigida separazione fra “credenti”e“miscredenti”».
Il rischio della proliferazione delle moschee fai-da-te è tanto più alto quanto più le regole da rispettare sono aleatorie. Nell’incertezza, l’imam di Firenze, Izzedin Elzir, che è anche presidente dell’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia, approva: «È il risultato di oltre un anno di incontri tra il Comune di Greve e la comunità islamica. Una decisione responsabile e coraggiosa da parte del sindaco e dell’amministrazione comunale. Il luogo sarà uno spazio degno della città di Greve». In realtà, la prima richiesta di un gruppo di marocchini a Bencistà data al 27 agosto 2009, mentre l’inserimento dell’Ucoii nella trattativa appare successivo.
E questo alimenta sospetti. «È chiaro che quando ci si affida a una sigla che è stata esclusa dal Comitato per l’Islam, non si possono fornire garanzie sulla gestione dei fondi che entreranno nelle casse della comunità», dice la parlamentare del PdL Souad Sbai, aggiungendo: «Quale islam sarà professato: quello salafita o quello moderato?».
Anche per il parlamentare del Pdl Riccardo Mazzoni, già amico della scrittrice, la decisione «è uno schiaffo alla memoria di Oriana», mentre il capogruppo provinciale della Lega Nord, Marco Cordone, promette nuove iniziative contro il progetto, dopo la raccolta di firme di un anno fa. Ne era seguita una consultazione popolare che fece registrare 1.402 voti contrari a fronte di appena 51 favorevoli. Ma Pd e Ucoii non ne tengono conto.