Pubblicato il 18/04/11 alle 19:07:44 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
L’Italia è l’unico Paese che li accoglie ma i tunisini rifiutano i maccheroni per protesta E adesso ci mancava anche lo sciopero della fame. Dopo dieci giorni di permanenza all’interno dell’ex caserma De Carolis a Civitavecchia, comincia a serpeggiare malumore tra gli immigrati. Solo ieri sono arrivati i primi cinquanta permessi temporanei di soggiorno, ma il tam tam telefonico tra il Centro di Civitavecchia e gli altri dislocati nel resto d’Italia, non ha giovato alla serenità all’interno dell’ex caserma di via Braccianese Claudia. Immigrati infuriati.
L'altra sera hanno rifiutato la cena (minestra di piselli, uva, verdure e frutta) gettandola a terra con sfregio. Peggio è andata ieri, quando gli inservienti addetti alla distribuzione si sono visti rifiutare il pranzo. E così 750 pasti sono tornati al mittente con gravi ripercussioni economiche, visto che il vitto costa. Otto euro circa al giorno tra colazione, pranzo e cena e qualcosa come 5000 e passa euro complessivamente buttati nella spazzatura.
C'è tensione, ed è innegabile. Adesso ai profughi non va bene il cibo, che è lo stesso che viene servito dal giorno del loro arrivo. Ieri a pranzo il menù prevedeva pasta al sugo, arrosto, verdure cotte e kiwi, esattamente quello che mangiano i nostri figli alla mensa scolastica, lo stesso che invece hanno mangiato i volontari nella ex caserma De Carolis.
È chiaro che sono solo pretesti per richiamare l'attenzione sulla mancata distribuzione dei permessi di soggiorno, mentre da altre parti molti immigrati hanno già lasciato i campi da giorni. Ma la protesta è indegna perché mortifica i volontari di Croce Rossa, Protezione Civile, Amministrazione comunale, Città Pulita e delle stesse forze dell'ordine, che da dieci giorni lavorano sodo per garantire un'ospitalità all'avanguardia. Ne è testimonianza l'impegno in prima persona dell'assessore con delega alla Protezione civile Andrea Pierfederici, che ha fatto allestire cinque sale tv e portato docce e acqua calda in tempi brevissimi. Nel pomeriggio la protesta s'è fatta più dura. Gli immigrati si sono tutti radunati in cortile davanti all'ingresso, ammutinati in attesa che venissero accolte le loro istanze. Non contenti, hanno preso brandine, materassi e lenzuola e li hanno portati in mezzo ai vialoni del Centro d'accoglienza sotto lo sguardo pietrificato del personale di Croce Rossa, Protezione Civile e forze dell'ordine. [...]