Chiesa Anglicana: vescovi gay purché casti e celibi
Pubblicato il 22/06/11 alle 12:14:58 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
L'omosessualità non sarà più un ostacolo per i sacerdoti che ambiranno a ricoprire il ruolo di vescovi La storica decisione, nonostante il polverone di proteste sollevato, pare essere ormai certa e mancherebbe soltanto il sì ufficiale del sinodo generale di York, previsto per il prossimo 8 luglio.
Alla base di questa svolta ci sarebbe la scelta della Chiesa d'oltremanica di adeguarsi all'Equality Act, legge varata dall'ormai pensionato governo Brown che impedisce qualsiasi forma di discriminazione sul posto di lavoro per motivi di orientamento sessuale. La normativa in questione è già in vigore nel Regno Unito e l'intento della Church è quello di equiparare l'avanzamento clericale ad una promozione sul posto di lavoro, facendolo così rientrare nell'ordinamento britannico in materia occupazionale.
Quindi via libera ai vescovi gay purché siano celibi. Resta infatti questo come nodo da sciogliere. Nel documento reso noto ieri - intitolato Choosing Bishops- The Equality Act 2010- destinato a diventare la cartina tornasole per identificare coloro che sono idonei a diventare vescovi, pubblicato dal "The Guardian" si legge " l'orientamento sessuale di una persona è di per sè irrilevante per quanto riguarda la loro idoneità all'ufficio o al ministero episcopale(…) non esiste alcuno sbarramento per la promozione a vescovi di pastori omosessuali a patto che non siano sessualmente attivi e non lo siano stati durante gli anni del loro sacerdozio". Niente relazioni saltuarie, celibato ma per quanto riguarda invece le unioni civili non è stata sollevata alcuna questione; l'avanzamento di carriera sarà in questo caso subordinato alla capacità di convincere le alte sfere circa l'inattività sessuale dell'aspirante vescovo. La Chiesa Anglicana ha voluto sottolineare , come già in passato, una netta distinzione fra orientamento e pratica.
Sulla questione si sono espressi in molti. Su tutti Chistina Rees, anziano membro del Sinodo, che ha dichiarato ai microfoni della Bbc "In molti hanno trovato incredibilmente di cattivo gusto che, solo perché qualcuno è coinvolto in una relazione di stampo omosessuale, la Chiesa si senta in diritto di interrogarlo sulla sua vita sessuale attuale e del passato - proseguendo- In questo modo non si crea alcuna parità fra loro e i sacerdoti etero". Secondo Rees questo adeguamento alle direttive dell'Eqaulity Act potrebbe generare ulteriore malcontento piuttosto che ridurre le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale. Nonostante l'iniziale entusiasmo di società civile e mondo laico sia stato smorzato dalle contraddizioni interne alla decisione del sinodo, questa rimane una pietra miliare nella storia della Chiesa Anglicana, che non aveva fin ora palesato una posizione chiara su questa problematica.
Ed il 17 giugno è stata un'altra data da ricordare per il mondo gay. Il Consiglio per i diritti umani dell'ONU ha approvato una risoluzione nella quale si afferma l'eguaglianza dei diritti a prescindere dall'orientamento sessuale [...]