Colpì una ragazza con cacciavite durante scippo, condannato a 19 anni
Pubblicato il 24/06/11 alle 16:16:04 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
La 22enne, aggredita dall'egiziano a novembre in strada, è viva per miracolo. A lei un risarcimento di 100 mila euro MILANO - Nel giro di due mesi ha tentato di uccidere una donna, conficcandole un cacciavite in testa, per rapinarla. Si è scoperto poi che nelle settimane precedenti aveva abusato di altre due donne. L'uomo, un egiziano di 34 anni, è stato condannato oggi con rito abbreviato a 19 anni e un mese di carcere dal gup di Milano, Andrea Salemme, per tentato omicidio, rapina, violenza sessuale e lesioni. All'egiziano, Ahmed Mahdi, il pm Giuseppe D'Amico, che aveva chiesto per lui 12 anni, ha contestato 10 capi di imputazione per quei tre episodi di brutale violenza sulle donne.
IL CACCIAVITE - Lo scorso 13 novembre, nelle prime ore del mattino, l'uomo aveva aggredito Marta Maksymyuk, 22 anni, ucraina, studentessa di Economia. La ragazza stava andando al lavoro ed era ferma all'incrocio tra via Serlio e viale Bacchiglione. «Stavo per attraversare la strada. Ho sentito qualcuno che tirava la mia borsa, l'avevo al collo. Mi sono girata. Mi ha dato un pugno in pancia. L'ho morsicato alla mano destra. Lui ha cominciato a colpirmi con il manico di un cacciavite. Sulle braccia, in testa, sulla schiena, dappertutto. Dalle finestre si sono affacciate due persone, gridavano "bastardo, bastardo, lasciala, lasciala stare". Allora, soltanto allora, è scappato. Se non c'erano queste persone, mi avrebbe ucciso. Non si fermava più. Era una furia. Era arrabbiato perché io resistevo», ha raccontato Marta, viva per miracolo. Il cacciavite era addirittura penetrato nel cervello della ragazza, che ha dovuto sottoporsi a una delicata operazione chirurgica. Il giudice oggi le ha riconosciuto un risarcimento di 100 mila euro.
ALTRE AGGRESSIONI - In precedenza, il 17 ottobre, l'egiziano aveva aggredito dentro l'androne di un palazzo una donna milanese, prendendola a pugni e rompendole il naso, e poi minacciandola con una lama per farsi consegnare pochi contanti, anelli d'oro e un cellulare. Dopo la rapina aveva anche abusato di lei. Nelle settimane precedenti, l'11 settembre, l'uomo in corso Buenos Aires aveva spinto contro una parete un'altra donna, sempre prendendola a pugni per portarle via alcuni bracciali e anelli e un telefono. Anche lei era stata molestata sessualmente dall'egiziano. Il rapinatore e violentatore era stato poi fermato dagli uomini della Squadra Mobile grazie allo strumento investigativo delle intercettazioni.