Pubblicato il 26/01/12 alle 18:52:34 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Coniugare il modello classico di magazine femminile con lo stile di vita ispirato alla tradizione islamica delle lettrici Musulmani laici, ma stanchi di trovarsi di fronte immagini di nudità, quando non pubblicità scioccanti come quelle offrono dildo e altri coadiuvanti della sfera sessuale, un gruppo di trentenni turchi si è lanciato nella redazione di Ala, magazine destinato al pubblico femminile timorato di Allah e più a suo agio con la tradizione musulmana che con le grandi libertà che si prendono le redazioni occidentali. Ne parla lo Spiegel.
SUCCESSO IMMEDIATO - Subito è stato successo, nonostante l’inesperienza e l’esiguità del team editoriale, a dimostrazione che l’intuizione di fondo era giusta e che esiste in Turchia (e probabilmente altrove) una nicchia di mercato abbastanza estesa per permettere a una rivista del genere di prosperare. Una nicchia che si estende fino alla comunità turca in Germania, capace di assorbire un quinto delle copie grazie agli abbonamenti in spedizione, tanto da che ora è allo studio un’edizione tedesca dela rivista.
TRADIZIONE SI’ -E proprio di marketing si occupano gli ideatori della rivista, capace di coniugare il modello classico di magazine femminile con lo stile di vita ispirato alla tradizione islamica di molte lettrici. Non si tratta infatti di una rivista che s’attiene ai rigidi dettami del Corano o di qualche emanatore di fatwe, ma più semplicemente di un prodotto su misura per un pubblico che, pur lontano dal fanatismo, segue uno stile di vita e coltiva valori tradizionali, senza tuttavia rinunciare a vivere nella modernità. Niente veli integrali, per intenderci, solo un occhio di riguardo ad evitare immagini particolarmente offensive o l’approccio a temi capaci di far arrossire o scandalizzarequel particolare tipo di pubblico. Anche Ala per gli estremisti islamici sarebbe comunque troppo e non solo perché mostra i volti di modelle che il velo lo appoggiano appena sulla testa. Il successo dell’esperimento, che nasce da considerazioni estremamente laiche come solo sano essere quelle economiche, dimostra come esista ancora una distanza che separa la modernità occidentale dal tradizione e dai costumi locali e come anche in Turchia non tutte le donne, pur avendone la possibilità, non abbiano ancora abbandonato la traduzione per la seduzione del modello occidentale.
FANATISMO NO -Niente che piaccia ai clerici islamici, un importante teologo si è subito affrettato d’affermare che: “il desiderio della donna di mostrarsi è fondamentalmente non-islamico”. Di tutt’altra idea invece gli ideatori della rivista, che all’attacco hanno risposto semplicemente dicendo di avere un’altra idea dell’Islam e difendendo il diritto all’eleganza e ad avere uno stile personale anche per le devote musulmane che indossano il velo sul capo. Un piccolo segno dei tempi in una Turchia che ora più che mai sta a cavallo di Occidente ed Oriente, alle porte dell’Europa in attesa di essere accolta nell’Unione Europea, ma allo stesso tempo attivissima nella sua politica estera rivolta ai paesi musulmani, ai quali si propone come modello di democrazia e di conciliazione tra la tradizione musulmana e l’avanzare della modernità.