RUTELLI NEL 2001: Onestà e trasparenza nel governare
Pubblicato il 19/12/08 alle 10:31:33 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Appalti alla Romeo, dal Campidoglio centinaia di milioni di euro in undici anni
Nove anni dopo, l'ex sindaco capitolino trova il proprio nome nelle intercettazioni dell'inchiesta napoletana che potrebbe ora coinvolgere anche gli «ex» delle giunte Rutelli e Veltroni. La Romeo Gestioni è infatti legata a doppio filo da Napoli a Roma. A Napoli nel 1989 Alfredo Romeo iniziò la scalata dell'impero che oggi vale 48 miliardi di euro, con la gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli. Implicato in Tangentopoli nel 1993, con una condanna a 4 anni, poi dimezzata e infine caduta in prescrizione, deve la sua «rinascita» proprio a Francesco Rutelli che, nel 1997 affidò alle imprese di Romeo la gestione degli appartamenti affittati del Comune. Una gestione, ricordiamo, rinnovata nel luglio del 2005 dalla giunta Veltroni (per sette anni e per un importo di 92,8 milioni di euro).
Dalle case alle strade, Alfredo Romeo sembra tracciare lo stesso percorso da Napoli a Roma. È proprio nella Capitale che si conclude infatti quel maxi appalto (contestatissimo in Consiglio comunale così come nelle aule dei tribunali, dove venne rigettato al Tar e riconfermato invece al Consiglio di Stato) sulla manutenzione stradale per il quale, in meno di due anni, il Comune di Roma ha già pagato canoni per 45 milioni di euro. Per questo le vicende di Napoli vengono seguite con un'attenzione particolare nei salotti politici e nelle sale del Campidoglio. Ed è la paura il sentimento predominante. Vietato pronunciare la parola «Romeo». Soprattutto al telefono, al quale non risponde più nessuno. Non si sa mai. L'ordine è semplice: non parlare o se proprio occorre farlo, solo tramite dichiarazioni ben pensate. L'unico a farlo è però l'ex assessore capitolino al Patrimonio, con Rutelli, e ai Lavori pubblici con Veltroni, Giancarlo D'Alessandro, uno dei protagonisti del maxi appalto.
«La scelta di concedere alla Romeo Gestioni il maxi appalto per la manutenzione della grande viabilità di Roma - chiarisce - era stata voluta per superare la sconcezza delle gare al massimo ribasso ed era stata discussa con tutti gli operatori. A Roma la gara c'è stata e ha dato degli esiti che sono stati anche sottoposti a un iter della magistratura amministrativa con ricorsi culminati con la sentenza del Consiglio di Stato». E potrebbe essere proprio quella decisione del Consiglio di Stato a far entrare la Capitale nell'inchiesta napoletana. Sarebbero già in viaggio verso Roma, gli atti relativi a Bruno Schisano, il giudice che avrebbe tentato di esercitare pressioni sui colleghi partenopei per giungere all'assoluzione dell'imprenditore Alfredo Romeo per gli abusi edilizi realizzati privatizzando una spiaggia del demaniale di fronte alla villa di Posillipo.
La decisione che diede poi il via libera all'appaltone da circa 600 milioni di euro per la manutenzione delle strade capitoline, poco meno di 90 mila euro a chilometro, sarebbe infatti proprio quella «questione di vita o di morte» cui fa riferimento l'imprenditore Romeo nella telefonata al deputato Pd Lusetti, indagato a Napoli, affinché intervenga presso Paolo Troiano, segretario generale per il Consiglio di Stato e dal 2005 al settembre del 2007, vicesegretario generale della presidenza del consiglio dei ministri.
Una vicenda insomma che potrebbe presto assumere contorni ancora più rilevanti e non solo dal punto di vista giuridico. La nuova giunta di centrodestra ha già revocato il maxi appalto lo scorso 14 novembre, ieri è stata annunciata un'attenta verifica anche sulla manutenzione e sulla gestione del patrimonio immobiliare capitolino da parte della Romeo Gestioni.