Il crocifisso esprime l’elevato fondamento dei valori civili
Pubblicato il 20/12/08 alle 13:23:34 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Sulla legittimità del crocifisso nella aule scolastiche
Con una lettera pubblicata dal “Giornale di Vicenza”, il 7 dicembre 2008, il prof. Sergio Benetti, docente dell’Istituto Remondini di Bassano del Grappa, è intervenuto nella discussione sulla legittimità del crocifisso nella aule scolastiche, ricordando una Sentenza del Consiglio di Stato.
Con argomentazioni esattamente contrarie a quelle del giudice spagnolo che ha decretato di far rimuovere i crocifissi dalle scuole, il prof. Benetti ha sottolineato che “con la decisione n. 556 del 13 febbraio 2006, il Consiglio di Stato italiano ha messo la parola fine alla lunga querelle sul crocifisso nelle aule scolastiche”.
La sentenza afferma infatti che il segno cristiano deve restare nelle aule scolastiche non perché sia un "suppellettile" o un "oggetto di culto", ma perché "é un simbolo idoneo ad esprimere l'elevato fondamento dei valori civili" che hanno un'origine religiosa ma "che sono poi i valori che delineano la laicità nell'attuale ordinamento dello Stato".
La lunga e articolata sentenza si sofferma anche sul concetto di laicità, specificando come "la laicità, benché presupponga e richieda ovunque la distinzione tra la dimensione temporale e la dimensione spirituale e fra gli ordini e le società cui tali dimensioni sono proprie, non si realizza in termini costanti e uniformi nei diversi paesi, ma, pur all'interno della medesima civiltà, è relativa alla specifica organizzazione istituzionale di ciascuno Stato. In sostanza il concetto di laicità italiano è differente da quello britannico, da quello francese o spagnolo".
Ancora si legge: "E' evidente che il crocifisso è esso stesso un simbolo che può assumere diversi significati e servire per intenti diversi; innanzitutto per il luogo in cui è posto". Se si trova in un luogo di culto il crocifisso è propriamente ed esclusivamente un simbolo religioso, mentre invece, prosegue la sentenza, "in una sede non religiosa, come la scuola, destinata all'educazione dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire per i credenti i suaccennati valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata ed assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare […] valori civilmente rilevanti […] valori che stanno alla base ed ispirano il nostro intero ordinamento costituzionale”.
“In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte ‘laico’, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni”.La VI sezione del Consiglio di Stato, con la decisione n. 556 del 13 febbraio 2006, ha respinto il ricorso di una cittadina finlandese che chiedeva la rimozione del crocifisso nelle aule della scuola media di Abano Terme (Padova), frequentate dai figli.La donna si era in precedenza rivolta al Tar del Veneto, che sollevando una questione di legittimità aveva passato la richiesta all’attenzione della Corte Costituzionale.
I giudici della Consulta, nel dicembre del 2004 avevano dichiarato inammissibile la questione, e quindi non erano entrati nel merito, in quanto l’affissione del crocifisso nelle scuole non era previsto da una legge, bensì da due regolamenti del 1924 e del 1927 sugli arredi scolastici sui quali il giudice delle leggi non poteva sindacare.Pertanto la Corte Costituzionale aveva rimandato tutto al mittente. E il Tar del Veneto, chiamato in causa una seconda volta, si era già espresso, in maniera non molto difforme dalla sentenza del Consiglio di Stato.
[Per chi volesse approfondire la questione, può leggere per intero la sentenza della Corte suprema nella sezione all’indirizzo: www.eius.it/giurisprudenza/2006/015.asp]
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Finalmente
Scritto il 20/12/08 alle 21:15:04 GMT pubblicato da giuliana
una sentenza che ci riempie di orgoglio!
SINGOLARE
Scritto il 20/12/08 alle 21:27:27 GMT pubblicato da mriano
è SINGOLARE IL FATTO CHE DOBBIAMO FARE QUESTE PRECISAZIONI.
e ci voleva una sentenza?
Scritto il 20/12/08 alle 21:52:29 GMT pubblicato da Morena
Queste cose dovrebbero essere ovvie senza manco arrivarci in tribunale.
CROCIFISSO E MULTICULTURALISMO
Scritto il 21/12/08 alle 00:38:26 GMT pubblicato da paolino
Suggerisco di metterlo ovunque, si dapopertutto, lo dico seriamente,come fanno loro con il velo, con i centri inculturali, con i Kebab, gli internet point e le moschee. Per loro ognuna di queste cose è una mattone posato, una presa di potere, una conquista del territorio, un pò come quelli che imbrattano le mura pubbliche o altruicon quelle indecifrabili scritte. Noi dobbiamo fargli capire, attraverso gesti e comportamenti, perchè spiegandoglielo non capiscono, che questa è terra cristiana e non sarà mai musulamana, quindi diffondiamo croci ovunque, nelle case nelle piazee nei campi, sulla spiaggia in mare, ovunque le possano vedere, ovunque una croce come simbolo, come se fosse la bandiera italiana. In auto, un metodo efficace per non subirre attacchi di ogni genere ai semafori, mettete un crocifisso ben visibile sul cruscotto, vi assicuro che nessun musulmano si avvicina. Quando camminiamo per strada e incontriamo le macchine da figli con il velo, facciamoci il segno della croce, prima per fargli capire che siamo cristiani, poi perchè siamo a casa nostra. In nome del multiculturalismo gli ipocriti dicono che dobbiamo accettarli con i loro usi costumi e tradizioni,bene anche noi abbiamo usi costumi tradizione cultura e religione e anche questo è multiculturalismo no?